Filosofia dell’educazione: educabilità della persona e ruolo del maestro (10 lezioni a cura del Prof. Andrea Porcarelli)

Filosofia dell’educazione: educabilità della persona e ruolo del maestro

(10 lezioni a cura di Prof. Andrea Porcarelli)

Le tematiche educative e didattiche hanno un grande rilievo nel pensiero di Tommaso, anche se non vi è un unico trattato che le raccoglie tutte. Vi sono infatti delle problematiche di natura prettamente didattica, che sono ben articolate nella Quaestio Disputata De Magistro (De Ver., q. 11), ma vi sono numerosi altri spunti, come ad esempio una definizione molto chiara di cosa egli intenda per educazione, che pure viene data “in obliquo” (parlando dell’indissolubilità del matrimonio). In realtà anche tutta la riflessione etica di Tommaso avrebbe una fortissima valenza educativa e potrebbe interessare a chi si occupa di pedagogia e di educazione.

IL CONTENUTO DEL CORSO

  1. Una prima definizione di educazione. La definizione più chiara dell’attività educativa viene data da Tommaso mentre parla dell’indissolubilità del matrimonio, dichiarando che essa appartiene alla legge morale natuale: il dovere di educare i figli, per il tempo che sarà necessario è fondamento dell’indissolubilità del legame coniugale.
  2. L’uomo può dirsi “maestro” … o solo Dio? Il primo articolo della Quaestio Disputata De Magistro pone a tema la possibilità stessa di parlare di insegnamento. La risposta è affermativa, ma l’azione del maestro si configura come una forma di “causalità ministeriale”.
  3. Uno può dirsi “maestro di se stesso”.  La questione, molto presente nel dibattito pedagogico contemporaneo della “autodidattica” viene posta in modo molto lucido già da S. Tommaso, e sciolta in termini negativi, non tanto perché si voglia affermare una sorta di passività dell’allievo, ma per la contraddizion che nol consente …
  4. Gli angeli ci possono istruire?  Il terzo articolo della Quaestio De Magistro sembra lontano dalla sensibilità dell’uomo contemporaneo, ma in Tommaso è sempre suggestivo cogliere come – attraverso il confronto con le attività spirituali proprie degli angeli – egli arrivi a parlare in modo più profondo dell’uomo.
  5. L’arte di insegnare tra vita attiva e vita contemplativa.  Anche il quarto e ultimo articolo della Quaestio De Magistro sembra affrontare un tema d’altri tempi o di interesse peculiare per religiosi e religiose. In realtà vi è – allora come oggi – un equlibrio non banale tra dimensione attiva e dimensione contemplativa (studio e riflessione) dell’attività didattica.
  6. Per una “metafisica dell’educazione”. Fondamento metafisico della “educabilità” della persona umana è la sua condizione peculiare di essere che ad un tempo si caratterizza per una vita spirituale ed una corporeità fisica. Tale sua collocazione “sulla linea di orizzonte” tra le sostanze corporee ed incorporee è anche la ragione profonda della sua educabilità.
  7. L’educazione come cammino alla conquista della libertà. Ciò che propriamente caratterizza l’attività educativa è la conquista della capacità di agire rettamente con libertà. Per questo l’educazione si configura come un processo “a termine”.
  8. L’autorità educativa e le sue caratteristiche. Oggi si tende a guardare con sospetto alcune parole, tra cui quella che si riferisce alla “autorità”, ma se cogliamo i dinamismi propri dell’agire educativo vediamo come sia necessario esercitare una certa autorità. Si tratta di un’autorità molto particolare, ovvero di una autorità che mira a “dissolversi”, man mano che la persona educabile cresce e diventa autonoma.
  9. L’eredità di Tommaso nel Magistero della Chiesa. I grandi temi della filosofia dell’educazione di S. Tommaso ritornano più volte nei testi del Magistero della Chiesa che si occupano di educazione, dalla Divini illius Magistri di Pio XI, fino alla Gravissimum educationis (Vaticano II) e ai documenti degli ultimi pontefici.
  10.  Il personalismo pedagogico.  In ambito pedagogico vi è stata una linea di pensiero che si è rifatta in modo esplicito alla visione cristiana dell’educazione e al Magistero della Chiesa. All’interno di tale linea di pensiero non sono pochi gli autori che si sono ispirati in modo esplicito al pensiero dell’Aquinate.

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