(IV, 63) Soluzione delle suddette difficoltà e per prima quella relativa alla trasmutazione del pane nel corpo di Cristo.
Il vero corpo di Cristo inizia a essere in questo sacramento per il fatto che la sostanza del pane si trasforma nella sostanza del corpo di Cristo, e la sostanza del vino nella sostanza del suo sangue, rimanendo immutate le apparenze […]. Tale mutazione è diversa da tutte le trasmutazioni naturali.
(IV, 64) Risposta alle obiezioni che derivano dall’estensione locale [delle specie]
La sostanza del corpo di Cristo è presente nel sacramento direttamente, in forza delle parole della consacrazione, mentre tutti gli accidenti [o proprietà] di tale corpo, l’anima e la divinità sono presenti indirettamente, per la naturale concomitanza.
(IV, 65) Soluzione delle obiezioni che derivano dalla permanenza degli accidenti
Non si può certamente negare che gli accidenti del pane e del vino [a cominciare dalla loro estensione] rimangono [dopo la consacrazione], come i sensi attestano infallibilmente. Essi rimangono senza soggetto [che prima era la sostanza del pane], sostenuti nell’essere dall’onnipotenza divina.
(IV, 66) Soluzione delle obiezioni che derivano dai fenomeni attivi e passivi (che avvengono nelle specie)
[Dopo avere esaminato vari tentativi di soluzione,] è meglio concludere che nella consacrazione, come la sostanza del pane si trasmuta per miracolo nel corpo di Cristo, così per miracolo viene conferita agli accidenti la capacità di sussistere, che è propria della sostanza, e di conseguenza essi possono fare e subire tutto ciò che potrebbe fare e subire la sostanza, se fosse presente.
(IV, 67) Soluzione delle obiezioni che derivano dalla parte della frazione
Prima della frazione in ciascuna parte c’è l’intero corpo di Cristo; quindi la frazione o divisione suddetta non si produce nel corpo di Cristo, ma nelle dimensioni del pane e del vino che rimangono, e sono il soggetto degli altri accidenti, come abbiamo detto [cc. 63 e 65].