Adorazione, di Cristo (III, 25)

Il culto di Cristo

Articolo 1

Se all’umanità e alla divinità di Cristo sia dovuto l’identico culto

Il culto e l’onore è uno solo in ragione della persona; tenendo però conto delle cause per cui essa viene onorata, possiamo parlare di onori diversi.

Articolo 2

Se all’umanità di Cristo sia dovuto il culto di latria

L’adorazione dell’umanità di Cristo può essere intesa in due modi: primo, facendola oggetto di adorazione, e allora si ha il culto di latria; secondo, facendola oggetto di venerazione per le perfezioni della sua umanità, e allora si ha il culto di dulia.

Articolo 3

Se alle immagini di Cristo sia dovuto il culto di latria

A un’immagine di Cristo va riservato un culto non in quanto è una realtà qualsiasi, ma solo in quanto è un’immagine. E così è identico il culto verso Cristo e verso la sua immagine.

Articolo 4

Se alla croce di Cristo sia dovuto il culto di latria

Se parliamo della croce stessa sulla quale Cristo fu confitto, essa merita il nostro culto […] sia perché ci rappresenta la figura di Cristo disteso su di essa, sia perché venne a contatto con le sue membra e fu bagnata dal suo sangue. Per ambedue i motivi dunque essa viene adorata con il medesimo culto reso a Cristo, cioè il culto di latria.

Se invece si tratta dell’immagine della croce di Cristo fatta in qualunque altra materia, p. es. in pietra, legno, argento, oro, allora essa merita il culto solo quale immagine di Cristo, che veneriamo con culto di latria, come si è detto sopra [a. 3].

Articolo 5

Se alla madre di Dio sia dovuto il culto di latria

Non le è dovuto il culto di latria, ma il culto di dulia soltanto, in modo superiore però alle altre creature, in quanto essa è la madre di Dio. Si dice perciò che le è dovuto non un culto di dulia qualsiasi, ma di iperdulia.

Articolo 6

Se siano da venerare le reliquie dei santi

Dobbiamo in loro ricordo venerare degnamente tutte le loro reliquie.

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