ANIMA, natura e immortalità (2, 50. 55. 79-82. 94)

(II, 50) Le sostanze intellettive sono immateriali

Qualsiasi corpo è composto di materia e forma […]. Ora, nel capitolo precedente abbiamo dimostrato che nessuna sostanza di natura intellettuale è un corpo. Rimane dunque che non sia composta di materia e forma. La materia non riceve una nuova forma se non mediante un moto, o una trasmutazione. L’intelletto invece col ricevere altre forme non subisce un moto, ma diviene più perfetto e intende nella quiete, mentre il moto gli impedisce di intendere. Dunque le forme dell’intelletto non vengono ricevute come le riceve la materia o una realtà materiale. Perciò è evidente che le sostanze intelligenti sono immateriali come sono incorporee.

(II, 55) Le sostanze intellettive sono incorruttibili

Qualsiasi corruzione avviene per la separazione della forma dalla materia […]. Ora, nelle sostanze intellettive non c’è materia [cf. c. 50]. Quindi … In ogni corruzione, eliminato l’atto, rimane la potenza in cui esso si trovava […]. Ora, nelle sostanze intellettive, l’atto non è che l’essere medesimo [cf. c. 53], e così la sostanza funge da potenza. Se quindi la sostanza intellettiva si corrompesse, rimarrebbe dopo la propria corruzione, il che è del tutto impossibile. Così dunque ogni sostanza intellettiva è incorruttibile.

(II, 79) L’anima umana non viene distrutta con la distruzione del corpo

Sopra [c. 55] abbiamo dimostrato che tutte le sostanze intellettive sono incorruttibili. Ora, l’anima dell’uomo è una sostanza intellettiva. Quindi … È impossibile che un desiderio naturale possa essere frustrato. Ora, l’uomo ha per natura il desiderio di durare in perpetuo. Ciò è reso evidente dal fatto che tutte le cose desiderano di essere: l’uomo però, con la sua intelligenza, afferra l’esistenza non solo nel momento attuale, come gli animali bruti, ma in tutta la sua estensione: l’esistenza come tale. Perciò l’uomo consegue la perpetuità secondo l’anima, con la quale apprende l’esistenza puramente e semplicemente, e in tutta la sua durata. Tutto ciò che è ricevuto in qualcosa, è ricevuto adattandosi al modo di essere del ricevente. Ora, le forme delle cose sono ricevute nell’intelletto possibile in quanto sono intelligibili in atto. E sono intelligibili in atto in quanto sono immateriali, universali, e di conseguenza incorruttibili. Perciò l’intelletto possibile è incorruttibile. Ora, come si è provato [c. 59], l’intelletto possibile è qualcosa dell’anima umana. Quindi l’anima è incorruttibile. La realtà intelligibile è più stabile di quella sensibile. Ora, nelle realtà sensibili, ciò che costituisce il primo supporto ricettivo, cioè la materia prima, è per sua natura incorruttibile. A più forte ragione quindi lo sarà l’intelletto possibile, che è ricettivo delle forme intelligibili. E così anche l’anima umana, di cui l’intelletto possibile è una parte, come si è detto [c. 78]. Ci sono poi infiniti testi della Sacra Scrittura che attestano l’immortalità dell’anima.

(II, 80 – 81) Argomenti addotti per dimostrare la corruttibilità dell’anima e loro confutazione

È vero che le anime si moltiplicano secondo la molteplicità dei corpi, ma non è vero che tale molteplicità sia la causa della molteplicità delle anime. Quindi non segue che con la distruzione dei corpi venga a cessare la pluralità delle anime. E così cade la prima difficoltà. La pluralità delle anime separate dai corpi deriva dalla distinzione sostanziale delle anime, cioè dal fatto che la sostanza di quest’anima è distinta da quella di un’altra. Però questa distinzione non deriva […] dalla diversa natura delle anime stesse, ma dal loro diverso modo di commisurarsi ai rispettivi corpi. Ora, queste commisurazioni o correlazioni rimangono nelle anime anche dopo la distruzione dei corpi, così come rimane la loro sostanza, che nell’esistere non dipende dal corpo. E così non segue che gli individui umani sarebbero specificamente diversi, come vorrebbe la seconda difficoltà. Secondo l’opinione di quanti sostengono l’eternità del mondo […], prima di noi sarebbe morto un numero infinito di uomini. Se quindi le anime rimangono nella loro molteplicità, avremmo un infinito attuale, che è impossibile. Quindi le anime dopo la morte non possono rimanere nella loro pluralità numerica. – A motivo di questa terza difficoltà certi sostenitori dell’eternità del mondo caddero in opinioni diverse e incompatibili […]. Che cosa pensasse Aristotele di tutto ciò, è difficile riscontrarlo espressamente nelle sue opere […]. Tuttavia egli dimostra che è impossibile l’infinità attuale dei corpi fisici, non già delle sostanze immateriali. – È certo poi che in proposito non trovano nessuna difficoltà coloro che professano la fede cattolica, non affermando essi l’eternità del mondo.

(II, 82) Le anime degli animali bruti non sono immortali

Non c’è nessuna attività dell’anima degli animali che possa prodursi senza il corpo. Poiché dunque ogni sostanza ha qualche attività, l’anima dell’animale bruto non potrà stare senza il corpo. Quindi, perendo il corpo, perisce [anch’essa]. L’attività di ogni essere ha il proprio fine in ciò che forma l’oggetto del suo piacere: poiché, come spiega Aristotele [Etica 1, c. 1, n. 1], «Il bene è ciò che tutte le cose desiderano», però «ciascuna il proprio bene» [ivi 8, c. 2, n. 1]. Ora, negli animali bruti non si riscontra nessun desiderio di un’esistenza perpetua, se non come ricerca del perpetuarsi nella specie, in quanto si trova in essi l’appetito della generazione, mediante la quale si perpetua la specie; appetito che si riscontra anche nelle piante e nelle realtà inanimate: non però quale appetito dell’animale in quanto tale, cioè derivante dalla conoscenza. Infatti l’anima sensitiva, non conoscendo altro che il presente, non può concepire un’esistenza perpetua. Quindi non può desiderarla col suo appetito animale. E così l’anima dell’animale non è capace di un’esistenza perpetua.

(II, 94) Le sostanze separate e l’anima non sono della medesima specie

Infatti è maggiore la differenza tra una sostanza separata e l’anima umana che quella fra due sostanze separate tra loro. Ora, abbiamo dimostrato che le sostanze separate sono tra loro specificamente differenti Quindi…

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