(II, 56) In che modo una sostanza intellettiva possa unirsi a un corpo
La sostanza intellettiva può unirsi a un corpo con un contatto non quantitativo, ma virtuale, in quanto agisce su di esso e lo muove […]. Resta però da esaminare se da una sostanza intellettiva e da un corpo si possa formare una realtà unica specificamente.
(II, 57) La tesi di Platone circa l’unione dell’anima intellettiva con il corpo
Platone e i suoi seguaci ritennero che l’anima intellettiva si unisce al corpo non come la forma alla materia, ma solo come il motore è unito al corpo che muove, affermando che l’anima è nel corpo «come il nocchiero nella nave», per cui l’unione dell’anima con il corpo non avverrebbe se non per quel contatto di virtù di cui abbiamo parlato sopra [c. 56]. Per salvare a questo punto l’unità dell’uomo Platone ritenne che l’uomo non fosse il composto di anima e corpo, ma «l’anima stessa che si serve del corpo». Ciò però si dimostra impossibile, poiché l’uomo, come anche gli animali, è un essere sensibile e corporeo […]. Quindi l’anima e il corpo devono costituire una realtà unica.
(II, 58) L’anima vegetativa, quella sensitiva e l’intellettiva nell’uomo non sono tre anime distinte
Ogni sostanza riceve l’essere dalla forma. Se quindi nell’uomo si ammettono tre anime come forme distinte, l’uomo non sarà un ente unico, ma più enti [cosa evidentemente inammissibile].
(II, 59) L’intelletto possibile dell’uomo non è una sostanza separata
Che infatti questa tesi sia frivola e impossibile è facile vederlo.
(II, 68) Come una sostanza intellettiva possa essere la forma di un corpo
Alla sostanza intellettiva, dal fatto che è sussistente, non è impedito di essere la forma sostanziale ed esistenziale di un corpo. Nulla impedisce infatti che sia identico l’essere in cui sussistono il composto e la sua forma, come nel caso dell’anima umana, che è la forma del corpo.
(II, 69) Soluzione delle argomentazioni portate per dimostrare che una sostanza intellettiva non può essere la forma di un corpo
Il corpo e l’anima non sono due sostanze, ma un’unica sostanza. – L’anima spirituale è unita alla materia senza esserne assorbita. – Essa non è una forma materiale. – Parimenti essa può avere delle attività alle quali non partecipa il corpo in qualità di soggetto.
(II, 70) Secondo le parole di Aristotele bisogna ammettere che l’intelletto è unito al corpo come forma
Ciò va affermato contro l’erronea interpretazione di Averroè.
(II, 71) L’unione dell’anima con il corpo è immediata
Infatti la forma è unita alla materia senza intermediari. Tuttavia si può dire che qualcosa fa da intermediario fra l’anima e il corpo non nell’essere, ma nel muovere e in ordine genetico. Nel muovere perché l’anima agisce mediante le sue potenze; in ordine genetico perché le disposizioni materiali alla forma precedono la forma, sebbene siano posteriori ad essa nell’essere. Perciò le disposizioni del corpo con cui esso diviene attuabile da tale forma si possono considerare intermediarie fra l’anima e il corpo.
(II, 72) L’anima è tutta nel tutto e tutta in ogni parte
Essa infatti è l’atto «del corpo organico», e non di una sola parte. È però forma di tutto il corpo in modo da esserlo anche delle singole parti, altrimenti sarebbe una forma accidentale [come la forma di una casa].
(II, 73) L’intelletto possibile non è unico per tutti gli uomini
L’intelletto è unito sostanzialmente al corpo umano come forma. Ora, è impossibile che un’unica forma appartenga a più di una materia, poiché l’atto proprio si attua nella propria materia, essendoci proporzione reciproca. Dunque … Non è possibile che l’anima di un cane entri nel corpo di un lupo, o che l’anima di un uomo abiti in un corpo diverso da quello umano. Ora, la medesima proporzione che esiste fra l’anima umana e il corpo umano, esiste pure tra l’anima di questo uomo e il corpo rispettivo. Quindi non è possibile che l’anima di questo uomo entri in un corpo che non sia quello di questo uomo. Ora, l’anima di questo uomo è quella con la quale egli intende, poiché secondo Aristotele [1 De anima, c. 4, n. 12]: «L’uomo intende mediante l’anima». Quindi non è unico l’intelletto di questo e di quell’uomo.
(II, 75) Soluzione delle argomentazioni che sembrano dimostrare l’unicità dell’intelletto possibile
Risposta alla seconda argomentazione. Per avere un dato intelligibile unico non è necessario che la specie intelligibile sia unica per due soggetti intelligenti distinti […], ma basta che essa sia immagine dell’unica e identica cosa […]. Dunque la conoscenza universale dell’intelletto non esclude che le specie intelligibili siano diverse secondo i diversi soggetti. Risulta poi evidente la soluzione della terza argomentazione. L’affermazione che la scienza del discepolo è numericamente identica a quella del maestro è in parte vera e in parte falsa. È identica infatti per l’oggetto della conoscenza, ma non lo è né per le specie intelligibili con le quali si conosce, né per l’abito della scienza. E tuttavia non ne segue che il maestro causi la scienza nel discepolo come il fuoco genera il fuoco, poiché il modo in cui produce la natura non è identico a quello dell’arte. Il fuoco infatti genera il fuoco fisicamente, conducendo la materia dalla potenza all’atto della propria forma; il maestro invece causa la scienza del discepolo con i procedimenti dell’arte.