Atti umani, bontà e malizia (I-II, 18)

La bontà e la malizia degli atti umani in generale

Articolo 1

Se tutte le azioni umane siano buone o ce ne siano anche di cattive

Ogni azione tanto ha di bontà quanto possiede di entità; e per quanto l’azione umana manca di pienezza entitativa […], altrettanto manca di bontà, e viene detta cattiva.

Articolo 2

Se le azioni umane traggano la bontà e la malizia dal loro oggetto

La prima bontà dell’atto morale è desunta dall’oggetto conveniente, per cui alcuni ne parlano come di un bene che è tale per il suo genere […]. E così il primo male per le azioni morali è quello che deriva dall’oggetto […]. E allora si parla di un male che è tale per il suo genere.

Articolo 3

Se le azioni umane siano buone o cattive per le circostanze

Se manca un elemento richiesto perché si abbiano le debite circostanze, l’azione sarà cattiva.

Articolo 4

Se le azioni umane siano buono o cattive per il fine

Le azioni umane, e tutte le altre cose la cui bontà dipende da altro, desumono la loro bontà dal fine a cui tendono, oltre che dalla loro bontà intrinseca.

Articolo 5

Se un’azione umana sia costituita nella sua specie in base alla sua bontà o malizia

Il bene e il male distinguono specificamente le azioni morali.

Articolo 6

Se l’atto derivi la sua bontà o la sua malizia specifica dal fine

L’atto interno della volontà riceve la specie dal fine, che ne costituisce l’oggetto […]. La specie dell’atto umano viene così determinata formalmente in base al fine e materialmente in base all’oggetto dell’atto esterno.

Articolo 7

Se la specie data dal fine sia contenuta, come nel suo genere,
nella specie data dall’oggetto, o viceversa

La differenza specifica desunta dal fine è più generale, mentre la specie desunta dall’atto ordinato essenzialmente a tale fine è specifica in rapporto ad esso.

Articolo 8

Se ci possa essere un atto specificamente indifferente

Ci sono degli atti specificamente indifferenti.

Articolo 9

Se ci possano essere degli atti individuali indifferenti

È necessario che ogni atto umano, dipendente dalla deliberazione della ragione, nella sua individualità sia buono o cattivo.

Articolo 10

Se una circostanza possa rendere l’atto morale specificamente buono o cattivo

Tutte le volte che una circostanza riguarda uno speciale ordine della ragione, in senso favorevole o contrario, è necessario che essa determini la specie dell’atto morale o in bene o in male.

Articolo 11

Se ogni circostanza che accresce la bontà o la malizia
conferisca all’atto morale una bontà o una malizia specifica

Non tutte le circostanze che accrescono la bontà o la malizia conferiscono all’atto morale una diversa moralità specifica.

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