Carità, in sé (II-II, 23)

La carità in se stessa

Articolo 1

Se la carità sia un’amicizia

La carità è una certa amicizia dell’uomo con Dio.

Articolo 2

Se la carità sia qualcosa di creato nell’anima

L’atto della carità richiede più di ogni altro che esista in noi una forma aggiunta alla potenza naturale che la pieghi all’atto della carità, e faccia agire con prontezza e diletto.

Articolo 3

Se la carità sia una virtù

La carità è una virtù.

Articolo 4

Se la carità sia una virtù speciale

La carità è una virtù speciale.

Articolo 5

Se la carità sia una virtù unica

La carità è in modo assoluto un’unica virtù, senza pluralità di specie.

Articolo 6

Se la carità sia la più nobile delle virtù

La carità è più nobile della fede e della speranza, e quindi di tutte le altre virtù..

Articolo 7

Se ci possano essere delle vere virtù senza la carità

La vera virtù in assoluto è quella che ordina al bene principale dell’uomo […]. E così non ci può essere alcuna vera virtù senza la carità. – Se invece si considera la virtù in rapporto a un fine particolare, allora si può parlare di virtù anche senza la carità, in quanto cioè essa è ordinata a un bene particolare.

Se però questo bene particolare è un bene non vero, ma apparente, allora la virtù a esso correlativa non sarà una vera virtù, ma una sua falsa immagine […].

Se invece tale bene particolare è un bene vero […], allora si avrà una vera virtù, ma imperfetta […]. E in base a ciò, assolutamente parlando, non ci può essere una vera virtù senza la carità.

Articolo 8

Se la carità sia la forma delle virtù

La carità dà la forma agli atti di tutte le altre virtù. E in questo senso si dice che essa è la forma delle altre virtù.

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