Carità, oggetto (II-II, 25)

L’oggetto della carità

Articolo 1

Se l’amore di carità si limiti a Dio o si estenda anche al prossimo

L’abito della carità si estende non solo all’amore di Dio, ma anche a quello del prossimo.

Articolo 2

Se si debba amare la carità con amore di carità

La carità è amata come il bene che vogliamo all’amico.

Articolo 3

Se si debbano amare con amore di carità anche le creature irrazionali

L’amicizia della carità non è possibile verso le creature prive di ragione. Tuttavia possiamo amare queste creature come beni da volere ad altri.

Articolo 4

Se dobbiamo amare noi stessi con amore di carità

Tra le cose che uno ama con amore di carità, perché attinenti a Dio, c’è anche la propria persona.

Articolo 5

Se l’uomo debba amare con amore di carità il proprio corpo

Dobbiamo amare anche il nostro corpo con quell’amore di carità col quale amiamo Dio. – Non dobbiamo però amare nel nostro corpo la contaminazione della colpa e il guasto della pena, ma anelare piuttosto col desiderio della carità alla loro eliminazione.

Articolo 6

Se i peccatori vadano amati con amore di carità

Per la loro natura i peccatori devono essere amati con amore di carità […]. Per la colpa invece, con la quale si oppongono a Dio, tutti i peccatori devono essere odiati, compresi il padre, la madre e i parenti [Lc 14,26].

Articolo 7

Se i peccatori amino se stessi

Secondo la sostanza, o natura, tutti gli uomini, buoni e cattivi, amano se stessi […]. I buoni stimano principale in loro stessi la natura razionale, mentre i cattivi stimano  principale in loro stessi la natura sensitiva […]. E così questi utimi, non conoscendo realmente se stessi, in verità non si amano, ma amano in se stessi quello che pensano di essere. I buoni, invece, conoscendo se stessi, si amano veramente […]. I cattivi amano se stessi secondo la corruzione dell’uomo esteriore, mentre in tal modo sono i buoni che non amano se stessi.

Articolo 8

Se la carità esiga che si amino i nemici

Amare in nemici in quanto nemici è una cosa perversa e contraria alla carità.

Amare i nemici quanto alla loro natura in generale è imposto dalla carità.

Amare i nemici in particolare, con un affetto speciale di carità verso il nemico, la carità non lo richiede necessariamente, ma lo esige come predisposizione dell’animo: che cioè uno abbia l’animo disposto ad amare singolarmente il suo nemico, se la necessità lo richiedesse.

Che invece uno ami attualmente per amore di Dio i propri nemici fuori dei casi di necessità, appartiene alla perfezione della carità.

Articolo 9

Se la carità esiga necessariamente
che si mostrino ai nemici segni e atti di benevolenza

Prestare ai nemici quei benefici o segni di affetto che si danno comunemente a tutti è uno stretto dovere […].

Prestare invece quei benefici che si elargiscono in particolare ad alcune persone, non lo si esige se non nella predisposizione dell’animo, cioè nel caso in cui si trovassero in necessità.

Articolo 10

Se la carità ci obblighi ad amare gli angeli

L’amicizia della carità si estende anche agli angeli.

Articolo 11

Se la carità ci obblighi ad amare i demoni

Come oggetto diretto dell’amicizia non possiamo avere un’amicizia di carità con tali spiriti […].

Possiamo però amare con amore di carità la natura dei demoni: cioè in quanto vogliamo che questi spiriti conservino la loro natura a gloria di Dio.

Articolo 12

Se sia giusto enumerare quattro cose da amarsi con amore di carità, cioè:
Dio, il prossimo, il nostro corpo e noi stessi

Nella compartecipazione della beatitudine su cui si fonda la carità c’è una realtà che è da considerarsi come il principio irradiatore della beatitudine, cioè Dio; ce n’è poi una seconda che ne partecipa direttamente, cioè l’uomo e l’angelo, e ce n’è infine una terza a cui la beatitudine giunge per una certa ridondanza, ed è il corpo umano.

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