(II, 6) L’esistenza degli altri esseri dipende dalla causalità divina
Sopra abbiamo provato [I, c. 13], con una dimostrazione di Aristotele, l’esistenza di una prima causa efficiente, che chiamiamo Dio. Ora, la causa efficiente porta all’esistenza i suoi effetti. Dio quindi è causa dell’essere per le altre cose. Parimenti, nel primo libro (ivi) abbiamo provato, con ragioni del medesimo Autore, che c’è un primo motore immobile, che chiamiamo Dio. Ora, in ogni genere di moti, il primo motore è causa di tutti i moti di quel genere. Siccome poi molte cose ricevono l’esistenza dai moti del cielo, di cui Dio è il primo motore, come si è mostrato [c. 16], occorre che Dio sia la causa dell’essere per molte cose.