La nostra conoscenza di Dio
Articolo 1
Se un intelletto creato possa vedere Dio nella sua essenza
Bisogna ammettere puramente e semplicemente che i beati [in cielo] vedono l’essenza di Dio.
Articolo 2
Se l’essenza di Dio sia vista dall’intelletto creato per mezzo di una qualche immagine
Per vedere l’essenza di Dio si richiede dalla parte della potenza visiva una certa somiglianza, ossia la luce della gloria (lumen gloriae); però l’essenza di Dio non può essere vista mediante una qualche immagine creata che la rappresenti così come è in se stessa.
Articolo 3
Se l’essenza di Dio possa essere vista con gli occhi corporei
È impossibile che si possa percepire Dio con il senso della vista, o con qualche altro senso o potenza della parte sensitiva.
Articolo 4
Se un intelletto creato possa vedere l’essenza divina con le sue forze naturali
L’intelletto creato non può vedere Dio per essenza se non in quanto Dio con la sua grazia si unisce ad esso quale oggetto di conoscenza.
Articolo 5
Se l’intelletto creato per vedere l’essenza di Dio necessiti di un qualche lume creato
Perché l’intelletto creato possa elevarsi a tale sublimità, bisogna che gli si aggiunga una qualche disposizione soprannaturale.
Articolo 6
Se tra coloro che vedono l’essenza di Dio uno la veda più perfettamente di un altro
L’intelletto che partecipa maggiormente di questo lume di gloria vedrà più perfettamente Dio. Parteciperà poi più largamente di questo lume di gloria colui che ha un grado superiore di carità.
Articolo 7
Se coloro che vedono Dio nella sua essenza lo comprendano
È impossibile che un’intelligenza creata conosca Dio infinitamente. Quindi è impossibile che lo comprenda.
Articolo 8
Se coloro che vedono Dio per essenza vedano in lui tutte le cose
Nessuna mente creata, vedendo Dio, può conoscere tutto ciò che Dio fa o può fare. Tuttavia delle cose che Dio fa o può fare l’intelletto ne vede tante di più quanto più perfettamente vede Dio.
Articolo 9
Se le cose viste da coloro che contemplano l’essenza divina
siano viste mediante alcune immagini
Coloro che vedono Dio per essenza vedono ciò che contemplano nell’essenza di Dio non mediante alcune specie, ma mediante la stessa essenza divina unita al loro intelletto.
Articolo 10
Se quanti vedono Dio per essenza
vedano simultaneamente tutto ciò che vedono in lui
Le cose che sono viste nel Verbo sono viste non successivamente, ma simultaneamente.
Articolo 11
Se qualcuno in questa vita possa vedere Dio per essenza
Un puro uomo non può vedere Dio per essenza [, a meno che non si tratti di un miracolo,] se non viene tolto da questa vita mortale.
Articolo 12
Se in questa vita possiamo conoscere Dio con la ragione naturale
Mediante la conoscenza delle realtà sensibili non si può avere la piena conoscenza della potenza di Dio e per ciò stesso neppure quella della sua essenza […]. Quindi noi conosciamo di Dio la sua relazione con le creature, che cioè egli è la causa di tutte, e la differenza esistente tra queste e lui, che cioè egli non è nulla di quanto è causato da lui, e che ciò va escluso da lui non perché egli sia mancante di qualcosa, ma perché supera tutto.
Articolo 13
Se mediante la grazia si abbia una conoscenza di Dio
più alta di quella che si ha con la ragione naturale
Mediante la grazia noi possediamo una conoscenza di Dio più perfetta che mediante la ragione naturale.