I limiti dell’anima assunti da Cristo nella natura umana
Articolo 1
Se in Cristo ci fosse il peccato
Cristo non assunse in alcun modo la miseria del peccato, né originale né attuale.
Articolo 2
Se in Cristo ci fosse il fomite del peccato
In Cristo non c’era il fomite del peccato.
Articolo 3
Se in Cristo ci fosse l’ignoranza
In Cristo non c’era l’ignoranza.
Articolo 4
Se l’anima di Cristo fosse passibile
Fu passibile secondo la passione corporale.
In senso rigoroso poi si dicono passioni dell’anima gli affetti dell’appetito sensitivo: e questi c’erano in Cristo. Però in modo diverso dal nostro sotto tre aspetti.
Articolo 5
Se in Cristo ci fosse il vero dolore sensibile
Non si può dubitare che in Cristo ci fosse un vero dolore.
Articolo 6
Se in Cristo ci fosse la tristezza
Come in Cristo ci poteva essere un vero dolore, così ci poteva essere una vera tristezza: diversamente però da noi, per le tre ragioni già ricordate [a. 4].
Articolo 7
Se in Cristo ci fosse il timore
Come ripugnanza naturale dell’appetito sensitivo per il male corporale, in Cristo c’era il timore, come anche la tristezza. Come incertezza del futuro [invece] in Cristo non c’era il timore.
Articolo 8
Se in Cristo ci fosse la meraviglia
Se parliamo di Cristo secondo la scienza divina, la scienza beatifica o la scienza infusa, in lui non c’era la meraviglia. Se invece parliamo di lui secondo la scienza sperimentale, allora ci poteva essere in lui la meraviglia.
Articolo 9
Se in Cristo ci fosse l’ira
Se la vendetta [che compete all’ira] è cercata contro l’ordine della ragione, l’ira non poteva trovarsi in Cristo. Talvolta però il desiderio di vendetta non è peccaminoso, ma anzi, è lodevole. E questa è l’ira per zelo, che ci fu in Cristo.
Articolo 10
Se Cristo fosse insieme viatore e comprensore
Egli era comprensore e insieme viatore, in quanto tendeva alla beatitudine per ciò che di essa gli mancava.