(I, 10) L’opinione secondo cui l’esistenza di Dio non è dimostrabile perché è già evidente
Col termine Dio intendiamo ciò di cui non si può pensare nulla di più grande. Ora, ciò non può esistere solo nell’intelletto, poiché ciò che esiste nell’intelletto e nella realtà è superiore a ciò che esiste solo nell’intelletto. Quindi è evidente che Dio esiste [anche nella realtà].
(I, 11) Confutazione dell’opinione suddetta
L’essere di cui non si può pensare nulla di più grande non può non avere l’esistenza, però nell’intelletto. Ora, da ciò non segue che la abbia anche nella realtà.
(I, 12) L’opinione di quanti credono che non si possa dimostrare [con la ragione] l’esistenza di Dio
La falsità di questa opinione è provata dall’arte della dimostrazione, che insegna a raggiungere le cause a partire dai loro effetti [a. seg.]. Inoltre essa risulta dallo studio dei filosofi, che si sono sforzati di dimostrare che Dio esiste.
(I, 13) Argomenti per dimostrare l’esistenza di Dio
Una prima via è la seguente. Tutto ciò che è in moto è mosso da altro […]. Ora, o si procede all’infinito, oppure si deve giungere a un primo motore immobile. Ma non si può procedere all’infinito. Quindi è necessario ammettere un primo motore immobile trascendente. Un’altra via suona così: in una serie di cause efficienti la prima è causa delle intermedie e le intermedie sono causa dell’ultima […]. Ora, se nella serie delle cause efficienti si procede all’infinito, nessuna causa potrà essere la prima, il che è falso in maniera evidente. Quindi una prima causa efficiente esiste. E questa è precisamente Dio. Dagli scritti di Aristotele si ricava ancora questa via. Le cose sommamente vere sono anche sommamente enti; ora, egli dimostra che esiste un ente sommamente vero: di due cose false infatti una è più falsa dell’altra, e quindi una deve essere più vera dell’altra. Ora, ciò implica una maggiore vicinanza a quanto è vero in modo sommo e assoluto. Dal che si può concludere che esiste un qualcosa che è sommo. Infine il Damasceno adduce un altro argomento desunto dal governo del mondo. È impossibile che varie cose tra loro contrarie e dissonanti si accordino in un unico ordine senza la direzione, o governo, di qualcuno che conferisca a tutte le singole cose di tendere a un fine determinato. Ora, nel mondo noi vediamo cose di natura diversa concorrere a un unico ordine, sempre o nella maggior parte dei casi. Ci deve dunque essere qualcuno dalla cui provvidenza il mondo è governato. E costui noi chiamiamo Dio.