La scienza di Dio
Articolo 1
Se in Dio vi sia la scienza
Essendo Dio nel sommo grado di immaterialità, ne viene che egli è all’apice del conoscere.
Articolo 2
Se Dio conosca se stesso
Dio conosce se stesso per mezzo di se stesso.
Articolo 3
Se Dio comprenda se stesso
Egli conosce se stesso tanto quanto è conoscibile. E così comprende perfettamente se stesso.
Articolo 4
Se il conoscere stesso di Dio sia la sua sostanza
Essendo la sua essenza anche la sua specie intelligibile, ne viene di necessità che il suo conoscere è anche la sua essenza e il suo essere.
Articolo 5
Se Dio conosca le cose distinte da sé
È necessario che Dio conosca le cose distinte da sé […]. Egli le vede non in se stesse, ma in se medesimo, in quanto la sua essenza contiene la somiglianza degli altri esseri distinti da lui.
Articolo 6
Se Dio conosca le cose con una conoscenza propria
È necessario dire che egli conosce le cose con una conoscenza propria: non solo in quanto sono enti, ma anche in quanto l’una è distinta dall’altra.
Articolo 7
Se la scienza di Dio sia discorsiva
Dato che Dio vede i suoi effetti in se stesso come nella loro causa, ne viene che la sua scienza non è discorsiva.
Articolo 8
Se la scienza di Dio sia causa delle cose
È necessario che la scienza di Dio sia la causa delle cose, in quanto è connessa con la volontà.
Articolo 9
Se Dio abbia la scienza delle cose che non sono
Alcune cose, sebbene non siano in atto ora, però lo furono o lo saranno: e tali cose si dice che Dio le conosce con la scienza di visione […]. Ve ne sono invece altre, che sono nella potenza o di Dio o della creatura, che tuttavia né esistono, né esisteranno, né mai sono esistite. E rispetto a queste non si dice che Dio ha la scienza di visione, ma quella di semplice intelligenza.
Articolo 10
Se Dio conosca il male
Dio non conoscerebbe perfettamente il bene se non conoscesse anche il male […]. Per il fatto stesso che Dio conosce il bene conosce anche il male.
Articolo 11
Se Dio conosca i singolari
Siccome la potenza attiva di Dio si estende non solo alle forme, dalle quali si desume il concetto universale, ma anche alla materia […], di necessità la scienza di Dio si estende ai singolari.
Articolo 12
Se Dio possa conoscere infinite cose
Siccome Dio conosce non soltanto le cose che attualmente esistono, ma anche quelle che può fare egli stesso o la creatura, e siccome queste sono infinite, come si è detto [a. 9], è necessario dire che Dio conosce infinite cose […]. E anche con la scienza di visione conosce infinite cose.
Articolo 13
Se la scienza di Dio si estenda ai futuri contingenti
I contingenti sono conosciuti infallibilmente da Dio perché presenti al suo cospetto, e tuttavia rimangono ancora futuri e contingenti in rapporto alle loro cause [prossime].
Articolo 14
Se Dio conosca gli enunziabili
Dio conosce gli enunziabili non a modo di enunziabilli, ma conosce ciascuno di essi attraverso una semplice intuizione.
Articolo 15
Se la scienza di Dio sia mutevole
La scienza di Dio è del tutto immutabile.
Articolo 16
Se Dio abbia una scienza speculativa delle cose
Dio ha di se stesso una conoscenza puramente speculativa, mentre di tutte le altre cose ha una conoscenza speculativa e pratica.
Delle cose però che egli potrebbe fare ma non farà mai, non ha una scienza pratica, in quanto una conoscenza si dice pratica in ragione del fine. In questo senso ha una conoscenza pratica [solo] delle cose che effettua in un dato tempo. Il male poi, sebbene non fattibile da lui, cade sotto la sua conoscenza pratica come il bene, in quanto o lo permette, o lo impedisce, o lo indirizza ai suoi fini.