(III, 68) L’ubiquità di Dio
Ciò che muove e ciò che è mosso devono stare insieme, come prova il Filosofo nel settimo libro della Fisica [c. 2]. Ora, Dio muove alle loro attività tutte le cose, come si è visto [c. prec.]. Quindi Dio è in tutte le cose. Come una causa particolare sta al suo effetto particolare […], così la causa universale sta al suo effetto universale. Essendo quindi Dio la causa universale di tutto l’essere [II, c. 15], è necessario che ovunque si trovi l’essere, lì ci sia la divina presenza. Di qui le parole della Scrittura in Ger 23, 24: «Io riempio il cielo e la terra»; e nel Sal 138, 8: «Se salgo al cielo, là tu sei; se discendo negli inferi, eccoti».