DIO, virtù (1, 92-96)

(I, 92) In che senso ci sono le virtù in Dio

Essendo l’essere di Dio universalmente perfetto, abbracciando in sé la perfezione di tutti gli enti, anche la sua bontà deve abbracciare in qualche modo la bontà di tutte le cose. Ora, la virtù è una certa bontà del virtuoso, poiché «è in base ad essa che uno è detto buono, e buona l’azione che egli compie» [Etica, 2, c. 6, n. 8]. Perciò la bontà divina deve abbracciare a suo modo tutte le virtù. Nessuna di esse però può essere attribuita a Dio come un abito, come invece accade in noi. Infatti: – Dio non agisce mediante facoltà aggiunte alla propria essenza […]. – L’abito è un atto imperfetto […], mentre Dio è perfettissimo […]. – L’abito è il perfezionamento di una potenza, e in Dio non c’è nulla di potenziale […]. – Gli abiti sono nel genere degli accidenti, che in Dio vanno del tutto esclusi […] – E così via.

(I, 93) In Dio si riscontrano le virtù morali che hanno per oggetto gli atti stessi

Tali virtù sono perfezioni della volontà e dell’intelletto, che sono i principi delle nostre attività senza alcuna passione. Ora, in Dio ci sono sia l’intelletto che la volontà dotati di ogni perfezione. Quindi a Dio non possono mancare le suddette virtù. Sopra abbiamo dimostrato [c. 53] che, per il fatto che Dio vuole una cosa, vuole quanto è da essa richiesto. Ora, ciò che si richiede per il compimento di una cosa è ciò che è ad essa dovuto. Dunque in Dio c’è la giustizia, che ha il compito di dare a ciascuno il suo. Per cui nei Salmi (10,8) si legge: «Giusto è il Signore, ama le cose giuste».

(I, 94) Dio possiede le virtù contemplative

Se è vero che la sapienza consiste nella «cognizione delle cause più alte», come dice il Filosofo all’inizio della Metafisica (c. 2, n. 7), è chiaro che a Dio va attribuita in sommo grado la sapienza […]. E nella Scrittura si legge [Gb 9,4]: «Egli è saggio di mente». – Posto che la scienza è la «conoscenza delle cose mediante le cause loro proprie», è evidente che in Dio c’è la scienza in senso proprio. E in 1 Sam 2,3 si legge: «Dio è il Signore delle scienze». – Infine in Dio si riscontra l’intelletto, che è una conoscenza senza procedimento discorsivo. Gb 12,13: «Egli possiede consiglio e intelligenza». Queste virtù in Dio sono anche gli esemplari delle nostre, come il perfetto dell’imperfetto.

(I, 95) Dio non può volere il male

La virtù si mostra nel fatto che uno agisce bene. Ora, ogni opera di Dio è opera di virtù, poiché la virtù in lui si identifica con la sua essenza, come abbiamo dimostrato sopra [c. 92]. Quindi egli non può volere il male. Come abbiamo provato [c. 41], Dio è il sommo bene. Ora, il sommo bene è del tutto incompatibile col male: come un calore sommo è incompatibile col freddo. Quindi la volontà divina non può piegarsi al male. – Ciò è affermato anche nella Scrittura [Dt 32,4]: «Dio è fedele, e senza iniquità».

(I, 96) Dio non odia nulla

L’odio sta al male come l’amore sta al bene: poiché a coloro che amiamo vogliamo del bene, e a coloro che odiamo vogliamo del male. Perciò, siccome la volontà di Dio non può volgersi al male, come abbiamo visto sopra [c. 95], è impossibile che egli abbia in odio qualche cosa. Ciò che si riscontra in tutte le cause agenti di ordine naturale si deve riscontrare maggiormente nel primo agente. Ora, tutte queste cause amano a loro modo i propri effetti in quanto tali: i genitori, p. es., amano i figli, i poeti le loro poesie, gli artigiani i loro manufatti. Molto di più quindi si esclude l’odio da parte di Dio verso qualsiasi cosa, essendo egli la causa di tutti enti. E ciò è quanto di dice in Sap 17,25: «Tu ami tutte le cose esistenti, e non odi nulla di quanto hai creato».

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