Il dolore o tristezza
Articolo 1
Se il dolore sia una passione dell’anima
Il dolore, come anche il piacere, risiede nell’appetito o intellettivo o sensitivo.
Articolo 2
Se la tristezza si identifichi con il dolore […]
La tristezza è una specie del dolore, come la gioia è una specie del piacere.
Articolo 3
Se la tristezza, o dolore, sia il contrario del piacere
Essendo gli oggetti del piacere e della tristezza o dolore, cioè il bene presente e il male presente, contrari fra di loro, ne segue che il dolore e il piacere sono contrari.
Articolo 4
Se ogni tristezza sia contraria a tutti i piaceri
Le passioni della tristezza e del piacere, stando al loro genere, sono certamente contrarie […]. Quindi il dolore e il piacere riguardo al medesimo oggetto sono specificamente contrari fra di loro. Invece la tristezza e la gioia per oggetti diversi non sono termini opposti, ma disparati […]. Se poi quegli oggetti diversi sono contrari, allora il piacere e la tristezza, oltre a non essere specificamente contrari, hanno anche una certa convenienza e affinità reciproca.
Articolo 5
Se vi siano dolori o tristezze contrari al godimento della contemplazione
Se il godimento riguarda la realtà contemplata, nulla impedisce che a tale godimento possa corrispondere una tristezza contraria […]. Invece nessuna tristezza è contraria al piacere della contemplazione in se stesso, ed esso non è accompagnato da alcuna tristezza, se non in modo accidentale.
Articolo 6
Se si debba fuggire la tristezza più di quanto si debba desiderare il piacere
Di per sé l’attrattiva del piacere è più forte della ripulsa del dolore […].
Può tuttavia capitare accidentalmente che uno fugga il dolore più di quanto desideri il piacere.
Articolo 7
Se il dolore esterno sia maggiore di quello interno
Parlando in assoluto, il dolore interno è più forte del dolore esterno.
Articolo 8
Se vi siano soltanto quattro specie di dolore o di tristezza
San Gregorio Nisseno e il Damasceno pongono quattro specie di tristezza: l’accidia, l’abbattimento, la misericordia e l’invidia.
Esse vengono determinate mediante l’applicazione della nozione di tristezza a qualcosa di estraneo.