Eucarestia, forma (III, 78)

La forma di questo sacramento

Articolo 1

Se la forma di questo sacramento sia la seguente:
«Questo è il mio corpo», e: «Questo è il calice del mio sangue»

La forma di questo sacramento differisce in due modi dalle forme degli altri sacramenti.

Articolo 2

Se «Questo è il mio corpo» sia la forma conveniente per la consacrazione del pane

La forma più conveniente è «Questo è il mio corpo».

Articolo 3

Se «Questo è il calice del mio sangue», ecc.,
sia la forma conveniente per la consacrazione del vino

Tutte le suddette parole sono essenziali alla forma; tuttavia con le prime «Questo è il calice del mio sangue», si indica la conversione stessa del vino nel sangue […], mentre con le altre parole si indica la virtù del sangue sparso nella passione, che opera in questo sacramento.

Articolo 4

Se nelle parole delle due forme suddette
risieda una virtù creata capace di produrre la consacrazione

Nelle parole della forma di questo sacramento ci deve essere una virtù creata capace di operare la conversione che in esso si compie: virtù però strumentale [q. 62, aa. 3, 4].

Articolo 5

Se le suddette proposizioni siano vere

Anche quando vengono dette dal sacerdote hanno un valore significativo, e non soltanto materiale […]. La loro verità non presuppone la realtà significata, ma la compie […]. Quindi la proposizione in esame va intesa in rapporto all’istante conclusivo della locuzione: non si deve però sottintendere nel soggetto ciò che esso era prima della conversione, ossia il pane, ma si deve intendere nel soggetto ciò che è comune ad ambedue i termini, ossia la realtà generica contenuta sotto le specie.

Articolo 6

Se la forma della consacrazione del pane produca il suo effetto
prima che sia terminata la forma della consacrazione del vino

La prima forma non aspetta la seconda nell’operare, ma produce subito il suo effetto.

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