L’atto interno della fede
Articolo 1
Se credere sia «cogitare con assenso»
Se si prende il verbo «cogitare» nel senso di una considerazione dell’intelletto accompagnata da una ricerca, allora nel «cogitare» è implicita tutta la nozione dell’atto del credere. Quindi è proprio del credente il cogitare con assenso.
Articolo 2
Se sia giusto distinguere nell’atto di fede il «credere a Dio», «credere Dio»,
«credere in Dio» [credere Deo, Deum, in Deum]
Credere a Dio riguarda il motivo per cui crediamo, cioè perché Dio è la verità infallibile; credere Dio riguarda ciò che crediamo, cioè Dio e tutto in rapporto a Dio; credere in Dio riguarda il moto della volontà che ci spinge a Dio.
Articolo 3
Se sia necessario per la salvezza credere qualcosa al di sopra della ragione naturale
Affinché l’uomo raggiunga la visione perfetta della beatitudine si richiede che prima creda a Dio, come fa un discepolo col suo maestro.
Articolo 4
Se sia necessario credere anche le verità
che si possono dimostrare con la ragione naturale
Era necessario che l’uomo accettasse per fede non soltanto le realtà divine che superano la ragione, ma anche quelle che sono conoscibili con la ragione naturale.
Articolo 5
Se l’uomo sia tenuto a credere qualcosa in maniera esplicita
Quanto ai dogmi fondamentali, che sono gli articoli di fede, l’uomo è tenuto a crederli esplicitamente, come è anche tenuto ad avere la fede. Le altre verità di fede invece l’uomo non è tenuto a crederle in maniera esplicita, ma solo implicitamente: è tenuto cioè ad avere l’animo disposto a credere quanto è contenuto nella Sacra Scrittura. Per cui è tenuto a credere tali verità in maniera esplicita solo quando gli consta che esse fanno parte dell’insegnamento della fede.
Articolo 6
Se tutti siano tenuti ugualmente ad avere una fede esplicita
Gli uomini più dotati, che hanno il compito di istruire gli altri, sono tenuti ad avere una conoscenza più vasta delle verità di fede e a credere in maniera più esplicita.
Articolo 7
Se credere esplicitamente il mistero di Cristo sia necessario alla salvezza per tutti
Era necessario che il mistero dell’incarnazione di Cristo fosse creduto in qualche modo da tutti in ogni tempo: diversamente però secondo le diversità dei tempi e delle persone […].
Dopo la rivelazione della grazia tanto i maggiorenti quanto i semplici sono tenuti ad avere una fede esplicita riguardo ai misteri di Cristo; e specialmente riguardo a quelli che sono oggetto delle solennità della Chiesa e che vengono pubblicamente proposti, come gli articoli sull’Incarnazione.
Articolo 8
Se sia necessario per la salvezza credere esplicitamente nella Trinità
Prima di Cristo il mistero della Trinità fu creduto come il mistero dell’Incarnazione, cioè esplicitamente dai maggiorenti e in maniera implicita e quasi velata dalle persone semplici. E così dopo il tempo della propagazione della grazia tutti sono tenuti a credere espressamente anche il mistero della Trinità.
Articolo 9
Se credere sia un atto meritorio
L’atto di fede può essere meritorio.
Articolo 10
Se le ragioni portate a favore della fede ne diminuiscano il merito
Le ragioni antecedenti possono diminuire il merito, le ragioni conseguenti invece non tolgono il merito, ma sono il segno di un merito più grande.