(III, 152) La grazia di Dio causa in noi la fede
Il moto con il quale siamo guidati all’ultimo fine della grazia, è volontario [cf. c. 148]. Ora, non può esserci un moto volontario verso qualcosa se questo qualcosa non è conosciuto. Quindi la grazia deve prestabilire in noi la conoscenza dell’ultimo fine, affinché volontariamente ci dirigiamo verso di esso. Questa conoscenza però nello stato presente non può essere secondo una visione aperta, come si è dimostrato [cc 48 e 52]. Dovrà essere quindi una conoscenza per fede. All’uomo, per conseguire l’ultimo fine, viene concessa una perfezione superiore alla sua natura, cioè la grazia, come abbiamo visto [cf. c. 150]. Bisogna quindi che anche al di sopra della conoscenza naturale sia concessa all’uomo una certa conoscenza che superi la ragione naturale. E questa è la conoscenza della fede, che ha per oggetto realtà che non si possono vedere con la ragione naturale.