Le parti della fortezza
Articolo unico
Se le parti della fortezza siano convenientemente enumerate
La fortezza in quanto virtù specifica non può avere parti soggettive […]. Vengono invece ad essa riconosciute delle parti integranti e potenziali, che sono la fiducia, la magnificenza, la pazienza, la perseveranza.
La magnanimità
Articolo 1
Se la magnanimità abbia per oggetto gli onori
La magnanimità ha per oggetto gli onori.
Articolo 2
Se la magnanimità abbia per oggetto i grandi onori
La materia propria della magnanimità sta nei grandi onori; e il magnanimo tende a quelle cose che sono degne di grande onore.
Articolo 3
Se la magnanimità sia una virtù
La magnanimità, che impone nella brama dei grandi onori la moderazione della ragione, è una virtù.
Articolo 4
Se la magnanimità sia una virtù speciale
La magnanimità in sé considerata è una virtù speciale […], ma a motivo della propria materia riguarda tutte le virtù.
Articolo 5
Se la magnanimità sia una parte [potenziale] della fortezza
La magnanimità è posta fra le parti della fortezza, poiché si aggiunge ad essa come una virtù secondaria alla principale.
Articolo 6
Se la fiducia rientri nella magnanimità
La fiducia rientra nella magnanimità.
Articolo 7
Se nella magnanimità rientri la sicurezza
La sicurezza rientra nella magnanimità.
Articolo 8
Se i beni di fortuna contribuiscano alla magnanimità
I beni di fortuna contribuiscono alla magnanimità.
La presunzione
Articolo 1
Se la presunzione sia un peccato
La presunzione è un peccato.
Articolo 2
Se la presunzione si contrapponga alla magnanimità per eccesso
Il presuntuoso non supera il magnanimo rispetto alle cose a cui tende, poiché talora rimane molto al disotto, ma lo eccede nell’oltrepassare la proporzione delle proprie capacità, che il magnanimo invece rispetta. Ed è in questo senso che la presunzione si contrappone alla magnanimità per eccesso.
L’ambizione
Articolo 1
Se l’ambizione sia un peccato
L’ambizione è sempre un peccato.
Articolo 2
Se l’ambizione si opponga alla magnanimità
L’ambizione si contrappone alla magnanimità come il disordine all’ordine.
La vanagloria
Articolo 1
Se il desiderio della gloria sia un peccato
Il desiderio della gloria di per sé non dice nulla di peccaminoso. Invece il desiderio della vanagloria implica un peccato.
Articolo 2
Se la vanagloria si contrapponga alla magnanimità
Il desiderio smodato della gloria si contrappone direttamente alla magnanimità.
Articolo 3
Se la vanagloria sia un peccato mortale
Un peccato è mortale quando è incompatibile con la carità. Ora, il peccato di vanagloria, considerato in sé stesso, non è incompatibile con la carità verso il prossimo. Invece in rapporto alla carità verso Dio può essere incompatibile in due modi, e così la vanagloria è un peccato mortale.
Quando invece l’amore della gloria umana, benché vano, non ripugna alla carità né per il suo oggetto, né per le disposizioni di chi cerca tale gloria, allora il peccato non è mortale, ma veniale.
Articolo 4
Se la vanagloria sia un vizio capitale
La vanagloria è un vizio capitale.
Articolo 5
Se siano convenientemente assegnate le figlie della vanagloria
Esse sono: la millanteria, la pretesa di novità, l’ipocrisia, la pertinacia, la discordia, la contesa, la disobbedienza.
La pusillanimità
Articolo 1
Se la pusillanimità sia un peccato
Come è peccato la presunzione, così lo è pure la pusillanimità.
Articolo 2
Se la pusillanimità si contrapponga alla magnanimità
La pusillanimità si contrappone direttamente alla magnanimità.
La magnificenza
Articolo 1
Se la magnificenza sia una virtù
Le magnificenza sta a indicare una virtù.
Articolo 2
Se la magnificenza sia una virtù speciale
Se la magnificenza sta a indicare il compimento di cose grandi nel significato proprio del termine fare, allora la magnificenza è una virtù speciale […]. Se invece per magnificenza si intende il fare cose grandi prendendo il termine fare in senso generico, allora la magnificenza non è una virtù speciale.
Articolo 3
Se la materia propria della magnificenza siano le grandi spese
È proprio della magnificenza fare delle grandi spese per la conveniente esecuzione di grandi opere […].
Quindi possono dirsi materia della magnificenza sia le spese, di cui il magnifico si serve per compiere grandi opere, sia il danaro di cui si serve nelle sue grandi spese, sia infine l’amore del danaro, amore che egli modera per non impedire tali grandi spese.
Articolo 4
Se la magnificenza sia tra le parti della fortezza
La magnificenza, in quanto virtù speciale, non può essere considerata una parte soggettiva della fortezza […], ma viene considerata tra le sue parti come una virtù secondaria che si aggiunge alla principale.
I vizi contrari alla magnificenza
Articolo 1
Se la grettezza, o parsimonia, sia un vizio
La grettezza è un vizio.
Articolo 2
Se ci sia un vizio contrario alla grettezza
Al vizio della grettezza, a motivo del quale non si raggiunge la giusta proporzione tra le spese e l’opera […], si contrappone il vizio a motivo del quale si oltrepassa tale proporzione […]. In latino questo vizio potrebbe essere denominato consumptio, cioè sperpero.
La pazienza
Articolo 1
Se la pazienza sia una virtù
La pazienza è una virtù.
Articolo 2
Se la pazienza sia la più grande delle virtù
La pazienza non è la più grande delle virtù, ma è inferiore non solo alle virtù teologali e alla prudenza e alla giustizia, che direttamente fondano l’uomo nel bene, ma anche alla fortezza e alla temperanza, che tolgono ostacoli più gravi.
Articolo 3
Se si possa avere la pazienza senza la grazia
Non si può avere la pazienza senza l’aiuto della grazia.
Articolo 4
Se la pazienza sia una parte [potenziale] della fortezza
La pazienza è una parte potenziale della fortezza.
Articolo 5
Se la pazienza si identifichi con la longanimità
La longanimità è più affine alla magnanimità che alla pazienza. Tuttavia essa può rientrare nella pazienza per due motivi.
La perseveranza
Articolo 1
Se la perseveranza sia una virtù
È una virtù speciale anche la perseveranza, che ha il compito di sopportare, per quanto è necessario, lo sforzo prolungato di certi atti e di altre azioni virtuose.
Articolo 2
Se la perseveranza sia una parte [potenziale] della fortezza
La perseveranza è subordinata alla fortezza come una virtù secondaria alla principale.
Articolo 3
Se la costanza rientri nella perseveranza
La perseveranza e la costanza concordano nel fine […]: divergono invece rispetto alle difficoltà da affrontare per non scostarsi dal bene […]. E la perseveranza risulta una parte [potenziale] della fortezza più importante della costanza.
Articolo 4
Se la perseveranza richieda l’aiuto della grazia
L’abito della perseveranza in quanto essa è una virtù ha bisogno della grazia come tutte le virtù infuse […]. Intesa invece come l’esercizio della perseveranza che dura fino alla morte, ha bisogno anche di un altro dono gratuito che conservi l’uomo nel bene sino alla fine della vita [cf. I-II, q. 109,a. 10].
I vizi contrari alla perseveranza
Articolo 1
Se la mollezza si contrapponga alla perseveranza
Il fatto che uno facilmente abbandoni il bene per qualche difficoltà a cui non si sente di resistere, costituisce la mollezza.
Articolo 2
Se la pertinacia si contrapponga alla perseveranza
La perseveranza viene lodata perché sta nel giusto mezzo, mentre la pertinacia è riprovata per l’eccesso, e la mollezza per il difetto