Fruizione, nell’atto umano (I-II, 11)

La fruizione, atto della volontà

Articolo 1

Se la fruizione sia un atto della potenza appetitiva

La fruizione è un atto della potenza appetitiva.

Articolo 2

Se la fruizione appartenga soltanto alle creature razionali,
oppure anche agli animali bruti

La fruizione spetta alla natura razionale in maniera perfetta, agli animali bruti in maniera imperfetta, in nessun modo alle altre creature.

Articolo 3

Se la fruizione sia soltanto dell’ultimo fine

Propriamente parlando, è frutto la sola cosa che è ultima in modo assoluto, e viene goduta come ultimo fine: a proposito di tale oggetto si può parlare in modo proprio di fruizione. – Le cose al contrario che non sono gradevoli in se stesse, ma sono desiderate solo in ordine ad altro, come una bevanda amara in ordine alla guarigione, in nessun modo possono essere dette frutti. – Trattandosi infine di cose che in sé offrono un certo godimento, verso il quale miravano alcuni degli atti precedenti, si può parlare in qualche modo di frutti, ma non di fruizione in senso proprio e secondo la perfetta nozione di frutto.

Articolo 4

Se la fruizione sia soltanto del fine raggiunto

La perfetta fruizione si ha in rapporto al fine già posseduto realmente. Quella imperfetta invece può anche riguardare il fine posseduto non ancora nella realtà, ma solo nell’intenzione.

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