(III, 64) Dio governa il mondo con la sua provvidenza
Quanto precede è sufficiente a provare che Dio è il fine di tutte le cose. E da ciò si può procedere inoltre anche a mostrare che egli con la sua provvidenza governa e regge l’universo. Infatti: Chiunque produce qualcosa per un fine, se ne serve per tale scopo. Ora, sopra [II, c. 15] abbiamo dimostrato che tutte le cose comunque esistenti sono prodotte da Dio, e che Dio produce le cose per il fine che è lui stesso. Dunque egli si serve di tutte le cose dirigendole verso un fine. Ma ciò equivale a governare. Quindi è Dio con la sua provvidenza che governa tutte le cose. Chi persegue un fine cura di più il bene più vicino al suo fine ultimo, poiché questo bene è fine anche di tutto il resto. Ora, l’ultimo fine della volontà di Dio è la bontà di Dio stesso, a cui si avvicina al massimo nelle realtà create il bene di tutto l’universo, poiché ad esso sono ordinati i beni particolari […]. Perciò la cosa che Dio cura di più nel creato è l’ordine dell’universo. Dunque egli ne è il reggitore.
(III, 77) L’attuazione della provvidenza si realizza mediante le cause seconde
Rientra nella dignità di chi governa avere molti ministri ed esecutori vari del proprio governo, poiché questo appare tanto più alto e più grande quanto più numerosi sono i ministri ad esso subordinati nei vari gradi. Ora, la dignità di nessun governo è paragonabile alla dignità del governo di Dio. Quindi è conveniente che l’attuazione della divina provvidenza avvenga mediante diversi gradi di cause agenti. L’ordine delle cause è più nobile di quello degli effetti, come la causa è superiore all’effetto. Perciò l’ordine della divina provvidenza è più visibile in esso. Ora, se non ci fossero cause intermedie col compito di attuare la provvidenza divina, nell’universo non ci sarebbe l’ordine delle cause, ma solo quello degli effetti. Dunque la perfezione della provvidenza divina esige che ci siano cause intermedie sue esecutrici. Di qui le parole del Salmista (102, 21): «Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri che fate il suo volere»; (148,8) «Fuoco, grandine, neve, gelo, vento di bufera che obbedisce alla sua parola».
(III, 78) Dio governa le altre creature mediante quelle intellettive
È ragionevole che l’ordine dell’universo discenda gradatamente dagli esseri più alti a quelli più bassi; è necessario allora che la provvidenza divina raggiunga le cose ultime secondo una certa gradualità, iniziando dalle creature razionali. Ciò che è per se stesso (per se) è causa di ciò che è per altro (per aliud). Ora, solo le creature intellettive [sono e] agiscono per se stesse, in quanto hanno il dominio delle proprie azioni mediante il libero arbitrio della volontà, mentre le altre agiscono per necessità naturale, come mosse da altri. Così dunque le creature intellettive con la loro attività sono fatte per muovere e reggere le altre.
(III, 79) Le sostanze intellettive inferiori sono governate da quelle superiori
La potenza intellettiva che è più prossima al suo principio è sempre regolatrice della virtù intellettiva più distante dal principio stesso. Le sostanze intellettive superiori ricevono in se stesse l’influsso della sapienza divina in modo più perfetto, poiché ogni essere riceve secondo la propria misura. Ora, la sapienza divina governa tutte le cose. Quindi è necessario che tutte le creature che partecipano maggiormente alla sapienza divina abbiano la capacità di governare le altre.
(III, 82) I corpi inferiori sono governati da Dio mediante i corpi celesti
Come le sostanze intellettive inferiori sono governate da quelle superiori affinché le disposizioni della divina provvidenza scendano gradatamente fino alle realtà più basse [cf. cc. 78 s.], così, per la stessa ragione, i corpi inferiori sono regolati da quelli superiori. Il principio primo del moto deve essere una realtà immobile. Quindi gli esseri che più si avvicinano all’immobilità devono essere motori degli altri. Ora, i corpi celesti si avvicinano all’immobilità del primo principio più dei corpi terrestri, poiché non hanno che un unico moto, cioè quello locale, mentre gli altri corpi subiscono ogni genere di moto. Dunque i corpi celesti muovono e governano i corpi terrestri. Di qui il titolo.
(III, 83) Riepilogo dei capitoli precedenti
Da tutto ciò che abbiamo spiegato possiamo concludere che nel progettare l’ordine da imporre alle cose Dio dispone tutto da se stesso […]. Nell’attuare invece tale ordine egli governa gli esseri inferiori mediante quelli superiori. Cioè quelli corporali mediante quelli spirituali [c. 78], gli spiriti inferiori mediante gli spiriti superiori [c. 79], i corpi inferiori mediante quelli superiori [c. 82].