Governo dell’universo (I, 103-119)

Il governo delle cose in generale

Articolo 1

Se il mondo sia governato

L’ordine stabile esistente nelle cose dimostra chiaramente l’esistenza di un governo nel mondo.

In secondo luogo la medesima conclusione nasce dalla considerazione della divina bontà.

Articolo 2

Se il fine a cui mira il governo del mondo sia fuori di esso

Quel bene che è il fine dell’universo deve trovarsi al di fuori di tutto l’universo.

Articolo 3

Se il mondo sia governato da uno solo

È necessario affermare che il mondo è governato da uno solo.

Articolo 4

Se l’effetto del governo sia unico o molteplice

Tale effetto può essere considerato sotto tre aspetti. Primo, in relazione al fine, e allora l’effetto del governo è unico, cioè la somiglianza al sommo bene. – Secondo, in rapporto ai mezzi con cui la creatura tende alla somiglianza con Dio. E sotto questo aspetto si hanno due effetti generali del governo: la conservazione degli esseri nel bene e la loro mozione verso il bene, – Terzo, si possono considerare gli effetti del governo in particolare; e allora riscontriamo effetti innumerevoli.

Articolo 5

Se tutte le cose siano soggette al governo divino

È impossibile che qualcosa sfugga al governo divino.

Articolo 6

Se tutte le cose siano governate immediatamente da Dio

Rispetto al piano del governo Dio dirige tutti gli esseri immediatamente; quanto invece all’esecuzione Dio governa alcuni esseri per mezzo di altri.

Articolo 7

Se possa accadere qualcosa al di fuori dell’ordinamento del governo divino

È impossibile che accada qualcosa al di fuori dell’ordine stabilito da Dio.

Articolo 8

Se qualcosa possa fare resistenza al governo divino

Nessuna cosa può opporsi all’ordinamento del governo divino.

 

Gli effetti del governo divino in particolare

Articolo 1

Se le creature necessitino di essere conservate da Dio

L’essere di qualsiasi creatura dipende da Dio in maniera tale che le creature non potrebbero sussistere nemmeno per un istante, ma ricadrebbero nel nulla, se non venissero conservate nell’essere dalla potenza divina.

Articolo 2

Se Dio conservi immediatamente ogni creatura

Dio conserva nell’essere alcune creature mediante certe cause.

Articolo 3

Se Dio possa annichilare qualcosa

Dopo che le cose sono state fatte, Dio può negare ad esse la somministrazione dell’essere, e in tal modo cesserebbero di esistere. Sarebbero cioè annichilate.

Articolo 4

Se di fatto qualche cosa venga annichilata

Nessuna cosa sarà annichilata.

 

La mozione delle creature da parte di Dio

Articolo 1

Se Dio possa muovere immediatamente la materia verso la forma

Dio può muovere immediatamente la materia verso la forma.

Articolo 2

Se Dio possa muovere direttamente un corpo

Non c’è dubbio che Dio possa muovere immediatamente qualsiasi corpo […], e possa muovere qualunque corpo secondo ogni specie di moto.

Articolo 3

Se Dio muova immediatamente l’intelletto creato

Dio muove l’intelletto creato in quanto gli dà la virtù naturale o soprannaturale di intendere, in quanto gli comunica le specie intelligibili e in quanto tiene e conserva nell’essere la virtù e le specie.

Articolo 4

Se Dio possa muovere la volontà creata

La volontà è mossa dal proprio oggetto, che è il bene, e da colui che crea la virtù del volere […]. In ambedue i modi è proprio di Dio muovere la volontà, ma soprattutto nel secondo modo, piegandola interiormente.

Articolo 5

Se Dio operi in ogni operante

L’affermazione che Dio opera in tutte le cose va intesa in modo da non pregiudicare il fatto che le cose stesse hanno la loro propria attività.

Egli opera in ogni operante come causa finale, efficiente, e in quanto dà e conserva la forma dell’operante.

Articolo 6

Se Dio possa compiere qualsiasi cosa fuori dell’ordine stabilito nel creato

Se si considera l’ordine delle cose in quanto dipende dalla prima causa, allora Dio non può fare nulla fuori di esso […].

Se si considera invece l’ordine delle cose come dipendente da una qualsiasi causa seconda, allora Dio può operare fuori dell’ordine stabilito.

Articolo 7

Se tutte le opere compiute da Dio fuori dell’ordine delle cause da noi conosciute siano miracoli

Le opere compiute da Dio fuori dell’ordine delle cause da noi conosciute vengono dette miracoli.

Articolo 8

Se i miracoli siano uno maggiore dell’altro

In rapporto alla potenza divina nulla può essere detto miracolo: poiché in rapporto alla potenza divina ogni fatto non è che una minima cosa […]. In rapporto invece alle capacità della natura un miracolo è detto maggiore di un altro a seconda del grado in cui supera tali capacità.

 

Mozioni e causalità delle creature

Articolo 1

Se un angelo illumini l’altro

Un angelo ha la capacità di illuminare l’altro […]. E può farlo in due modi. Primo: rafforzandone la virtù intellettiva […]. – Secondo: agendo sulle specie intelligibili.

Articolo 2

Se un angelo possa muovere la volontà dell’altro

L’angelo non muove irresistibilmente la volontà, né come oggetto, né come presentatore dell’oggetto. Può tuttavia dare un’inclinazione alla volontà, sia quale oggetto amabile, sia presentando alcuni beni creati ordinati alla bontà di Dio […], come uno che consiglia.

Dalla parte della potenza stessa, invece, la volontà può essere mossa solo da Dio.

Articolo 3

Se un angelo inferiore possa illuminare un angelo superiore

Gli angeli inferiori non illuminano mai quelli superiori, ma sono sempre illuminati da essi.

Articolo 4

Se l’angelo superiore illumini l’inferiore su tutto ciò che egli conosce

Gli angeli santi, che sono ammessi a una così piena partecipazione della bontà divina, distribuiscono agli inferiori tutto quanto ricevono da Dio.

 

La locuzione degli angeli

Articolo 1

Se un angelo parli all’altro

Esiste una locuzione degli angeli.

Articolo 2

Se l’angelo inferiore parli a quello superiore

Gli angeli inferiori possono parlare ai superiori.

Articolo 3

Se l’angelo parli a Dio

Sotto l’aspetto di comunicare qualcosa, in nessun modo l’angelo parla a Dio. Per ricevere da lui qualcosa, l’angelo parla a Dio.

Articolo 4

Se la distanza locale influisca sulla locuzione degli angeli

La distanza locale non può costituire un impedimento alla locuzione degli angeli.

Articolo 5

Se la locuzione di un angelo con l’altro sia conosciuta da tutti

Il pensiero di un angelo può essere conosciuto da uno e non dagli altri.

 

L’ordinamento degli angeli in gerarchie e ordini

Articolo 1

Se tutti gli angeli costituiscano una sola gerarchia

Essendo Dio l’unico principe, che è il capo non solo di tutti gli angeli, ma anche degli uomini e di tutto il creato, ne segue che una sola è pure la gerarchia non solo di tutti gli angeli, ma anche di tutte le creature razionali, atte a partecipare le cose sante […]. – Se però consideriamo il principato in rapporto alla moltitudine ordinata sotto il principe […], era bene distinguere la gerarchia umana da quella angelica.

E in base allo stesso criterio anche negli angeli si distinguono tre gerarchie.

Articolo 2

Se in una gerarchia vi siano più ordini

Si possono distinguere degli ordini anche in ciascuna gerarchia angelica in base alle attività e alle funzioni [degli angeli]; e tutta questa diversità si riconduce a tre gradi: supremo, medio e infimo.

Articolo 3

Se in un ordine vi siano più angeli

Possiamo distinguere gli uffici e gli ordini degli angeli soltanto in generale, per cui veniamo a raggruppare molti angeli sotto un unico ordine. Se però conoscessimo perfettamente gli uffici degli angeli e le loro distinzioni, allora conosceremmo perfettamente che ciascun angelo, più di una qualsiasi stella, ha un proprio ufficio e un proprio ordine nel creato, per quanto [attualmente] esso rimanga a noi ignoto.

Articolo 4

Se la distinzione delle gerarchie e degli ordini negli angeli provenga dalla natura

In rapporto alle loro capacità naturali gli ordini angelici si distinguono in base ai doni naturali.

In rapporto invece a quanto supera le capacità naturali la distinzione degli ordini si ha negli angeli come coronamento secondo i doni gratuiti, e come predisposizione secondo i doni naturali.

Articolo 5

Se gli ordini angelici siano ben denominati

Dionigi spiega i nomi dei vari ordini in base alla disposizione degli angeli alle perfezioni spirituali, san Gregorio invece si fonda sui ministeri esterni.

Articolo 6

Se i gradi degli ordini siano ben denominati

I gradi degli ordini angelici sono stati denominati sia da san Gregorio che da Dionigi, i quali concordano tra loro eccetto che per i Principati e le Virtù.

Articolo 7

Se gli ordini rimarranno dopo il giorno del giudizio

La distinzione dei gradi si basa negli angeli sulle differenze di natura e di grazia, che rimarranno sempre: quindi anche tale distinzione.

L’esercizio invece dei loro uffici in qualche modo rimarrà, e in qualche modo verrà a cessare, dopo il giudizio.

Articolo 8

Se gli uomini vengano aggregati agli ordini degli angeli

Se gli ordini angelici vengono considerati tenendo conto solo del grado della natura, allora in nessun modo gli uomini potranno essere aggregati a tali ordini.

Diversamente, mediante il dono della grazia possono meritare tanta gloria da eguagliare gli angeli, a qualunque grado essi appartengano. E ciò equivale ad aggregare gli uomini agli ordini degli angeli.

E così non vi saranno due società, quella degli uomini e quella degli angeli, ma una sola.

 

L’ordinamento degli angeli cattivi

Articolo 1

Se esistano tra i demoni degli ordini gerarchici

In rapporto alla perfezione della gloria, i demoni né sono né mai furono negli ordini angelici. In rapporto invece alla grazia nel suo stato imperfetto, essi appartennero una volta agli ordini angelici, ma decaddero da essi [cf. q. 62, a. 3]. Considerati infine in rapporto alla natura, i demoni appartengono sempre ai loro ordini.

Articolo 2

Se tra i demoni esista qualche autorità

La stessa disposizione naturale dei demoni postula che vi sia tra essi un’autorità.

Articolo 3

Se tra i demoni vi sia l’illuminazione

Un demonio non illumina in senso proprio, tuttavia con la locuzione può rivelare il proprio pensiero.

Articolo 4

Se gli angeli buoni abbiano autorità su quelli cattivi

Gli angeli buoni hanno autorità e dominio su quelli cattivi.

 

Il governo degli angeli sulla creatura corporale

Articolo 1

Se gli esseri corporei siano governati dagli angeli

Tutti i corpi sono governati dagli angeli.

Articolo 2

Se la materia corporea obbedisca al cenno degli angeli

Ogni produzione di nuove forme nella materia proviene o immediatamente da Dio, o da un agente corporeo; mai invece immediatamente da un angelo.

Articolo 3

Se i corpi obbediscano agli angeli quanto al moto locale

La materia corporea è fatta per essere mossa immediatamente dalle nature spirituali quanto al moto locale.

Articolo 4

Se gli angeli possano compiere miracoli

Solo Dio può compiere miracoli.

 

L’azione degli angeli sugli uomini

Articolo 1

Se l’angelo possa illuminare l’uomo

Gli uomini, che sono inferiori agli angeli, sono da essi illuminati.

Articolo 2

Se gli angeli possano influire sulla volontà dell’uomo

Gli angeli possono influire non dall’interno, il che è proprio di Dio solo, ma soltanto con un’opera di persuasione, agendo sulle passioni dell’appetito sensitivo. E questo influsso non è mai necessitante.

Articolo 3

Se gli angeli possano agire sull’immaginativa dell’uomo

Tanto gli angeli buoni quanto quelli cattivi possono, in forza del potere della loro natura, influire sull’immaginativa dell’uomo.

Articolo 4

Se gli angeli possano influire sui sensi dell’uomo

Gli angeli, con il loro potere naturale, possono muovere i sensi dell’uomo sia dall’esterno che dall’interno.

 

La missione degli angeli

Articolo 1

Se gli angeli siano inviati per ministero

Alcuni angeli sono mandati da Dio per ministero.

Articolo 2

Se tutti gli angeli siano inviati in ministero

Bisogna ritenere senz’altro che gli angeli superiori non sono mai inviati per ministeri esterni.

Articolo 3

Se anche gli angeli inviati siano assistenti

Tutti gli angeli vedono immediatamente l’essenza divina, e sotto questo aspetto sono assistenti anche quelli che hanno dei ministeri.

Quanto però all’apprendere i segreti divini nella divina essenza, sono detti assistenti soltanto gli angeli superiori della prima gerarchia.

Articolo 4

Se gli angeli della seconda gerarchia siano tutti inviati

L’essere inviati per ministeri esterni appartiene agli ultimi cinque ordini, e non ai quattro superiori.

 

La custodia degli angeli buoni

Articolo 1

Se l’uomo sia custodito dagli angeli

Era necessario che all’uomo fossero assegnati degli angeli quali suoi custodi, affinché lo guidassero e lo muovessero al bene.

Articolo 2

Se ogni uomo sia custodito da un angelo particolare

A ogni uomo è assegnato un particolare angelo custode.

Articolo 3

Se la custodia degli uomini sia affidata soltanto agli angeli dell’ordine più basso

La custodia di un singolo uomo è assegnata agli angeli dell’infimo ordine, mentre la custodia di una collettività varia secondo i diversi ordini.

Articolo 4

Se l’angelo custode sia assegnato a tutti gli uomini

Si dà un angelo custode a ogni uomo, finché dura il suo stato di viatore. Quando invece sarà giunto al termine della via, allora l’uomo non avrà più un angelo custode, ma avrà in cielo un angelo conregnante, e nell’inferno un diavolo tormentatore.

Articolo 5

Se l’angelo custode sia assegnato all’uomo fin dalla nascita

L’uomo ha un angelo deputato alla sua custodia dal momento della nascita.

Articolo 6

Se l’angelo custode talora abbandoni l’uomo

L’angelo custode non abbandona mai del tutto l’uomo.

Articolo 7

Se gli angeli provino dolore dei mali dei loro protetti

Gli angeli non provano dolore né dei peccati né delle pene degli uomini.

Articolo 8

Se tra gli angeli possa trovarsi lotta e discordia

Quando gli angeli consultano la volontà di Dio su meriti contrari e contrastanti, si dice che si fanno mutua resistenza: non perché le loro volontà siano in contrasto, essendo tutti gli angeli concordi nel volere attuato il volere divino, ma poiché sono in urto le cose intorno a cui si consultano.

 

L’ostilità dei demoni

Articolo 1

Se l’uomo sia combattuto dai demoni

La lotta in se stessa procede dalla malizia dei demoni; l’ordine invece a cui soggiace la lotta è stabilito da Dio.

Articolo 2

Se tentare sia proprio del diavolo

Il diavolo tenta sempre per nuocere, trascinando al peccato. E in questo senso si dice che tentare è l’ufficio proprio del diavolo.

Articolo 3

Se tutti i peccati provengano dalle tentazioni del diavolo

Il diavolo è la causa di tutti i nostri peccati occasionalmente e indirettamente, ma non lo è direttamente. E così, in quest’ultimo senso, il diavolo non è la causa di ogni peccato.

Articolo 4

Se il demonio possa sedurre l’uomo con dei veri miracoli

Se il miracolo è preso in senso stretto, allora né i demoni possono fare miracoli, né alcun’altra creatura. Tuttavia talora vengono denominati miracoli, in senso lato, anche quei fenomeni che trascendono soltanto le forze e le conoscenze dell’uomo. E in questo senso i demoni possono compiere dei miracoli.

Queste opere demoniache, pur non essendo veri miracoli, possono essere tuttavia dei fatti reali.

Articolo 5

Se il demonio sia costretto a desistere dal tentare colui che lo ha sconfitto

L’opinione più probabile ritiene che il diavolo possa ancora tentare, ma non la stessa persona, e per un tempo limitato.

 

L’attività delle creature materiali

Articolo 1

Se esistano dei corpi attivi

Il corpo agisce, in quanto è in atto, su un altro corpo che è in potenza.

Articolo 2

Se nella materia vi siano delle ragioni seminali

Giustamente sant’Agostino chiama ragioni seminali tutte le virtù attive che sono i princìpi delle generazioni e dei moti naturali.

Articolo 3

Se i corpi celesti siano causa di quanto compiono quaggiù i corpi inferiori

I moti dei corpi inferiori, che sono vari e molteplici, si riconducono come alla loro causa al moto dei corpi celesti.

Articolo 4

Se i corpi celesti siano causa degli atti umani

È impossibile che i corpi celesti siano causa degli atti umani.

Articolo 5

Se i corpi celesti possano influire anche sui demoni

I demoni, [essendo sostanze spirituali], non subiscono in alcun modo l’influsso dei corpi celesti, né di per sé né accidentalmente, né direttamente né indirettamente.

Articolo 6

Se i corpi celesti rendano necessarie le cose sottoposte al loro influsso

Non tutti gli effetti dei corpi celesti provengono per necessità.

 

Il fato

Articolo 1

Se il fato sia una realtà

Possiamo ammettere il fato perché quanto accade quaggiù è soggetto alla provvidenza divina, e accade come un evento preordinato e quasi pre-detto da essa; sebbene i santi Dottori abbiano ricusato di servirsi di questo vocabolo, a motivo di quanti attribuivano il fato all’influsso e alla posizione degli astri.

Articolo 2

Se il fato sia nelle realtà create

Il fato ha sede nelle realtà create in quanto sono ordinate da Dio a produrre i loro effetti.

Articolo 3

Se il fato sia immutabile

Il fato, considerato in rapporto alle cause seconde, è mutevole; considerato invece in rapporto alla provvidenza divina acquista immutabilità, non di necessità assoluta, ma condizionata.

Articolo 4

Se tutte le cose siano soggette al fato

Tutto quanto è soggetto alle cause seconde, è pure soggetto al fato. Se però vi sono degli effetti prodotti immediatamente da Dio, non sono soggetti al fato.

 

L’attività causale dell’uomo

Articolo 1

Se un uomo possa insegnare all’altro

L’insegnante causa la scienza dell’alunno, portandolo dalla potenza all’atto.

Articolo 2

Se gli uomini possano insegnare agli angeli

Sulle realtà divine gli angeli non sono mai illuminati dagli uomini. Tuttavia gli uomini possono rivelare agli angeli i segreti del loro cuore a modo di locuzione.

Articolo 3

Se l’uomo con la virtù della sua anima possa trasmutare la materia corporea

L’anima, molto meno dell’angelo, potrà trasmutare la materia con la sua virtù naturale, a meno che non si serva di qualche corpo.

Articolo 4

Se l’anima separata possa muovere i corpi di moto locale

L’anima separata con la sua virtù naturale non può muovere nessun corpo.

 

La propagazione del genere umano rispetto all’anima

Articolo 1

Se l’anima sensitiva si trasmetta mediante il seme

È necessario che tanto l’anima sensitiva quanto le altre forme affini ricevano naturalmente l’esistenza da agenti corporei atti a far passare la materia dalla potenza all’atto, mediante una virtù corporea esistente in essi […].

È poi indifferente dire che l’anima del generato è causata dall’anima del generante, o dalla virtù da essa derivata e racchiusa nel seme.

Articolo 2

Se l’anima intellettiva sia causata dal seme

È eretico affermare che l’anima intellettiva viene trasmessa con il seme.

Articolo 3

Se le anime umane siano state create tutte insieme fin dal principio del mondo

Bisogna assolutamente affermare che le anime non furono create prima dei corpi, ma vengono create nel momento in cui vengono infuse nei corpi.

 

La propagazione del genere umano quanto al corpo

Articolo 1

Se l’alimento si trasformi nel vero essere della natura umana

Gli alimenti si trasformano realmente nel vero essere dell’uomo, in quanto realmente acquistano la natura della carne, delle ossa e delle altre sue parti.

Articolo 2

Se il seme provenga dal superfluo dell’alimento

Il tutto potenziale da cui deriva l’intero corpo può essere soltanto ciò che è generato dall’alimento prima che si trasformi nella sostanza delle singole membra. Quindi è da qui che è preso il seme. E in base a ciò si dice che la potenza nutritiva è il servizio di quella generativa.

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