(I, 54) Unicità dell’essenza divina e molteplicità degli intelligibili
L’essenza divina abbraccia in sé la perfezione di tutti gli esseri non per via di composizione, ma di perfezione, come abbiamo visto [c. 31] … Ogni forma poi […], in quello che ha di positivo, è una data perfezione: infatti essa non implica imperfezione se non in quanto segna una mancanza rispetto al vero essere. L’intelletto di Dio quindi può abbracciare nella sua essenza quanto è proprio di ciascun essere, conoscendo in che cosa esso imita l’essenza divina e in che cosa se ne allontana.