(IV, 80) Obiezioni contro la risurrezione
[n. 3]. Ciò che manca di continuità non può conservarsi numericamente identico […]. Ora, mediante la morte è chiaro che l’uomo perde il proprio essere […]. Quindi non si avrà l’identico individuo. [n. 6]. Ciò che è comune a tutti gli individui di una specie è naturale per tale specie. Ora, la risurrezione non è naturale. Perciò va esclusa la risurrezione universale di tutti gli individui.
(IV, 81) Soluzione delle precedenti obiezioni
[n. 3]. L’anima razionale trascende manifestamente la materia nel suo agire, poiché possiede un’attività, quella intellettiva, che si compie senza che vi partecipi un organo corporeo. Perciò anche il suo essere può sussistere indipendentemente dalla materia […], e il corpo, una volta restaurato nella risurrezione, riprende l’identico essere che era rimasto nell’anima. [n. 6]. La risurrezione è naturale rispetto al fine, in quanto è naturale per l’anima essere unita al corpo, ma non è naturale il suo principio attivo, che è la sola virtù divina.