(III, 120) Il culto di latria va prestato soltanto a Dio
Sopra [II, c. 21] abbiamo visto che solo Dio è creatore. Dunque l’uomo deve rendere a Dio qualcosa di speciale come riconoscimento di un beneficio speciale. E questo qualcosa è il culto di latria. Fra tutti gli atti del culto di latria, il più singolare è il sacrificio […], che mai nessuno ha pensato di offrire a qualcuno se non perché lo riteneva Dio, o fingeva di crederlo tale […]. Perciò l’uomo deve offrire il sacrificio e il culto di latria soltanto a Dio, e non già ad altri esseri, per quanto spirituali essi siano. Da ciò Es 22,20: «Chi offre sacrifici ad altri dei, fuorché a Dio solo, sarà ucciso»; Dt 6,13: «Adorerai il Signore Dio tuo, e servirai a lui solo»; Rm 1,23: «Affermando di essere sapienti, divennero stolti, e scambiarono la gloria dell’incorruttibile Dio con un’immagine e una figura di uomo corruttibile …», e sotto, v. 25: «scambiando la verità di Dio con la menzogna, e adorando e servendo le creature anziché il Creatore, che è sopra tutte le cose Dio benedetto nei secoli. Amen».