(IV, 76) Il potere episcopale e quello del Sommo Pontefice
Il potere episcopale, sebbene quanto alla consacrazione del corpo di Cristo non sia superiore al potere sacerdotale, tuttavia lo supera nelle mansioni relative ai fedeli. Infatti lo stesso potere sacerdotale deriva da quello episcopale, cosicché quanto c’è di più sublime nel ministero riguardo al popolo fedele viene riservato ai vescovi, dalla cui autorità deriva ai sacerdoti stessi quanto viene loro affidato […]. Così dunque è chiaro che la guida suprema del popolo fedele spetta alla dignità episcopale. È chiaro però che, sebbene i popoli si distinguano in varie diocesi e stati, tuttavia come è unica la Chiesa, così unico deve essere il popolo cristiano. Perciò, come per ogni popolo particolare di una data Chiesa si richiede un vescovo che ne sia il capo, così per tutto il popolo cristiano si richiede uno che sia il capo di tutta la Chiesa. Per l’unità della Chiesa si richiede poi che tutti i fedeli siano concordi nella fede, e d’altra parte la Chiesa sarebbe divisa dalla diversità delle sentenze se non venisse conservata l’unità mediante la sentenza di uno solo. Quindi, per conservare l’unità della Chiesa, si richiede che ci sia uno che presieda a tutta la Chiesa.