Legge, nuova (I-II, 106-108)

La legge evangelica, o legge nuova, in se stessa

Articolo 1

Se la legge nuova sia una legge scritta

La legge nuova principalmente è una legge infusa, e secondariamente è una legge scritta.

Articolo 2

Se la legge nuova dia la giustificazione

Alla legge evangelica appartengono due cose. La prima come elemento principale, ed è la grazia interiore dello Spirito Santo. E sotto questo aspetto la legge nuova giustifica […]. La seconda cosa appartiene alla legge evangelica in maniera secondaria, e si tratta degli insegnamenti della fede e dei precetti che predispongono la volontà dell’uomo agli atti umani. E sotto questo aspetto la legge nuova non giustifica.

Articolo 3

Se la legge nuova dovesse essere data all’inizio del mondo

Si possono portare tre ragioni per provare che la legge nuova non andava data all’inizio del mondo.

Articolo 4

Se la legge nuova debba durare sino alla fine del mondo

Lo stato della legge nuova può mutare secondo la diversità di luoghi, di tempi e di persone, in quanto la grazia dello Spirito Santo è posseduta in maniera più o meno perfetta. Non si deve però attendere uno stato futuro in cui si possa avere la grazia dello Spirito Santo più perfettamente di quanto è avvenuto finora.

 

Confronto fra la legge nuova e l’antica

Articolo 1

Se la legge nuova sia distinta dalla legge antica

La legge nuova non differisce dall’antica per il fine, essendo unico il fine di entrambe, cioè la sottomissione degli uomini a Dio […]. Si distingue invece per la modalità, poiché la legge antica è come il pedagogo dei bambini […], mentre la legge nuova è una legge di perfezione.

Articolo 2

Se la legge nuova sia il compimento dell’antica

La legge nuova compie l’antica colmandone la deficienza.

Articolo 3

Se la legge nuova sia contenuta nell’antica

La legge nuova è contenuta nell’antica come il frutto nella spiga.

Articolo 4

Se la legge nuova sia più gravosa dell’antica

Quanto alle opere esterne la legge antica è molto più gravosa della nuova […]. Quanto invece alle disposizioni interiori i precetti della legge nuova sono più gravosi di quelli della legge antica, poiché nella legge nuova vengono proibiti [anche] i moti interiori dell’animo.

 

Il contenuto della legge nuova

Articolo 1

Se la legge nuova debba comandare o proibire degli atti esterni

È giusto che la grazia giunga a noi dal Verbo incarnato mediante certe realtà esterne, e che da questa grazia interiore, che sottomette la carne allo spirito, vengano prodotte delle opere esterne e sensibili […]. Ci sono atti che concorrono a produrre la grazia, e tali sono le azioni sacramentali istituite nella legge nuova […]. Ci sono invece altri atti esterni che sono prodotti sotto l’azione della grazia. Certi atti, infatti, hanno un’affinità o una contrarietà necessaria con la grazia interiore, che consiste nella fede che opera mediante la carità. E questi atti sono o comandati o proibiti dalla legge nuova […]. Altri atti invece non hanno una contrarietà o un’affinità con la fede che opera mediante la carità. E questi atti non sono comandati o proibiti nella legge nuova in forza della sua prima istituzione, ma dal suo legislatore, cioè da Cristo, sono stati lasciati a ciascuno secondo la parte di responsabilità che gli compete.

Articolo 2

Se la legge nuova abbia ordinato in maniera adeguata gli atti esterni

La legge nuova, con i suoi comandi o le sue proibizioni, non doveva determinare alcun’altra azione esterna all’infuori dei sacramenti e dei precetti morali essenzialmente legati alla nozione di virtù.

Articolo 3

Se la legge nuova abbia ordinato l’uomo in maniera adeguata quanto agli atti interni

Il discorso tenuto dal Signore sul monte [Mt 5-7] contiene tutto il programma della vita cristiana. E in esso sono perfettamente ordinati i moti interiori dell’uomo.

Articolo 4

Se sia giusto che nella legge nuova vengano proposti determinati consigli

Era giusto che nella nuova legge di libertà, oltre ai precetti, venissero proposti dei consigli; non così invece nella legge antica, che era una legge di schiavitù […].

L’abbandono totale, nei limiti del possibile, delle ricchezze esteriori, dei piaceri della carne e degli onori sono l’oggetto dei consigli evangelici. E su di essi si fonda ogni istituto religioso, che professa lo stato di perfezione. Gli altri consigli particolari si riconducono tutti a questi tre, che sono generali e perfetti.

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