Il merito
Articolo 1
Se l’uomo possa meritare qualcosa da Dio
L’uomo può avere merito presso Dio solo presupponendo l’ordinazione divina.
Articolo 2
Se uno senza la grazia possa meritare la vita eterna
Se parliamo dello stato adamitico prima del peccato, l’uomo non può meritare senza un’ordinazione divina come si è detto [a. 1].
Se parliamo poi dell’uomo decaduto, alla ragione appena vista se ne aggiunge una seconda, cioè l’ostacolo del peccato.
Articolo 3
Se chi è in grazia possa meritare la vita eterna a rigore di giustizia
Se consideriamo l’opera meritoria secondo la portata dell’atto c’è soltanto una convenienza, secondo una certa uguaglianza di proporzionalità.
Se invece parliamo dell’opera meritoria in quanto procede dalla grazia dello Spirito Santo, allora essa merita la vita eterna a rigore di giustizia.
Articolo 4
Se la grazia sia il principio del merito più attraverso la carità che attraverso le altre virtù
L’atto umano desume il suo aspetto meritorio principalmente dalla preordinazione divina, e secondariamente dal libero arbitrio. E in rapporto a queste due cose il merito risiede principalmente nella carità.
Articolo 5
Se uno possa meritare a se stesso la prima grazia
È chiaro che nessuno può meritare la prima grazia.
Articolo 6
Se si possa meritare per un altro la prima grazia
Nessuno può meritare la prima grazia per un altro in maniera rigorosa, a eccezione di Cristo […].
Tuttavia uno può meritare a un altro la prima grazia con un merito di convenienza.
Articolo 7
Se uno possa meritare di risorgere dopo un peccato
Nessuno può meritare a se stesso il ravvedimento dopo una caduta futura, né a rigore di giustizia, né per una certa convenienza.
Articolo 8
Se uno possa meritare l’aumento della grazia o delle carità
L’aumento della grazia può essere meritato a rigore di giustizia.
Articolo 9
Se l’uomo possa meritare la perseveranza
La perseveranza della gloria può essere meritata, ma non la perseveranza della via.
Articolo 10
Se i beni temporali possano essere oggetto di merito
Se tali beni vengono considerati come utili agli atti virtuosi con cui si raggiunge la vita eterna, allora essi sono oggetto di merito in senso diretto e assoluto […].
Se invece questi beni temporali vengono considerati in se stessi, allora sono beni umani non in assoluto, ma sotto un certo aspetto. Per cui sono oggetto del merito non in assoluto, ma sotto un certo aspetto.