MIRACOLI, veri (3, 99-103)

(III, 99) Dio può agire al di fuori dell’ordine impresso nelle cose, producendo gli effetti senza le loro cause prossime

L’agente volontario può produrre direttamente qualsiasi effetto che non superi la propria virtù. Ora, Dio agisce per volontà, non per necessità di natura [cf. II, 23 ss.]. Quindi può produrre direttamente tali effetti. Sopra [II, c. 21] abbiamo dimostrato che Dio, nella loro prima istituzione, produsse direttamente nell’essere tutte le cose. Quindi egli può muovere direttamente ciascuna di esse a qualsiasi effetto, senza le cause intermedie.

(III, 100) Le cose che Dio compie al di fuori dell’ordine naturale non sono contro natura

Tutte le cause agenti sono subordinate a Dio come strumenti. Ora, gli strumenti hanno il compito di servire all’azione dell’agente principale […]. Perciò non è contro la natura dello strumento la sua mozione da parte dell’agente principale, anzi, è la cosa che più gli compete. Dunque neppure è contro natura che le realtà create siano mosse da Dio in qualsiasi modo, poiché sono fatte per servire a lui. La natura è come un manufatto dell’arte divina. Ora, non è contro la natura del manufatto che l’artefice faccia dei ritocchi alla sua opera, anche dopo avergli dato la prima forma. Perciò vale il titolo.

(III, 101) I miracoli

Si deve chiamare miracolo in senso proprio ciò che è causato da Dio fuori dell’ordinamento comunemente osservato nell’universo. I miracoli però possono essere di gradi e ordini diversi. Il grado più alto si ha quando Dio compie ciò che la natura non può mai compiere. Il secondo grado riguarda ciò che la natura può compiere, ma in modo diverso. Il terzo si ha quando Dio compie senza l’intervento della natura cose che ordinariamente vengono compiute dalla natura.

(III, 102) Soltanto Dio compie miracoli

Ciò che è incluso totalmente in un dato ordine non può agire al di fuori di quell’ordine. Ora, ogni creatura è costituita nell’ordine che Dio ha stabilito nelle cose. Quindi … Una creatura, come non può creare [cf. II, cc. 16-21], così non può compiere in una cosa se non ciò a cui questa è in potenza. Dio invece produce molti miracoli compiendo con la virtù divina ciò che non rientra nella potenza di certe determinate cose: p. es. che un morto risorga, che il sole retroceda, o che due corpi occupino il medesimo luogo. Dunque questi miracoli non possono essere compiuti da nessuna virtù creata. Di qui le parole del Salmo (135,4): «Egli solo fa grandi prodigi».

(III, 103) In che modo le sostanze spirituali compiono certe cose mirabili, che però non sono miracoli

Rientra nella virtù di una sostanza spirituale creata che un corpo obbedisca ad essa col moto locale. E muovendo localmente dei corpi, tale sostanza può servirsi di certi principi fisicamente attivi per produrre determinati effetti, come l’arte del fabbro fa uso del fuoco per rendere malleabile il ferro. Ma questo non è propriamente un fatto miracoloso. Perciò si deve concludere che le sostanze spirituali create, con la propria virtù, non compiono miracoli. D’altra parte è giusto che dalle stesse realtà fisiche derivino gli effetti più alti quando esse servono come strumenti per le sostanze spirituali. E ciò si avvicina alla nozione di miracolo.

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