Le condizioni del mondo e dei risuscitati dopo il giudizio
Articolo 1
Se il mondo debba essere rinnovato
Sarà necessario che anche gli altri corpi [, oltre a quelli dei beati,] ricevano un influsso più marcato da parte della bontà divina: non tale da far mutare la specie, ma capace di aggiungere una certa perfezione di gloria.
Articolo 2
Se nel rinnovamento del mondo verrà a cessare il moto dei corpi celesti
Il moto dei cieli cesserà nel rinnovamento finale del mondo non per una causa naturale, ma per una disposizione della volontà di Dio.
Articolo 3
Se nel rinnovamento finale ci debba essere un aumento di splendore nei corpi celesti […]
I corpi celesti verranno perfezionati soprattutto nello splendore.
Articolo 4
Se gli elementi saranno rinnovati con un arricchimento di splendore
Tutti gli elementi saranno rivestiti di un certo splendore. Però non della stessa intensità, ma secondo la loro natura.
Articolo 5
Se nel rinnovamento finale rimarranno le piante e gli altri animali
Gli animali bruti, le piante, i minerali e tutti i corpi misti […] non rimarranno.
La visione dell’essenza divina da parte dei beati
Articolo 1
Se l’intelletto umano possa giungere a vedere Dio per essenza
Secondo noi [credenti] è necessario ammettere che il nostro intelletto giungerà alla fine a vedere l’essenza divina.
Articolo 2
Se i santi dopo la risurrezione vedranno Dio con gli occhi del corpo
Dio non può essere visto in alcun modo con gli occhi del corpo né in questa né nell’altra vita.
Articolo 3
Se i santi nel vedere Dio per essenza vedano tutto ciò che Dio vede in se stesso
Quando giungerà lo stato definitivo di tutte le cose sarà possibile che tutti i santi conoscano tutte le cose che Dio conosce con la sua scienza di visione.
La beatitudine dei santi e le loro dimore
Articolo 1
Se la beatitudine dei santi dopo il giudizio sarà maggiore che prima
La beatitudine dell’anima sarà più perfetta dopo la riassunzione del corpo che prima.
Articolo 2
Se i gradi di beatitudine debbano essere denominati «dimore»
I diversi gradi nel conseguimento del fine ultimo vengono denominati «dimore diverse».
Articolo 3
Se le diverse dimore si distinguano secondo i diversi gradi di carità
La carità della via distinguerà le varie dimore secondo il merito.
L’atteggiamento dei santi verso i dannati
Articolo 1
Se i beati che hanno raggiunto la patria vedano le pene dei dannati
Viene loro concesso di vedere perfettamente la pena dei reprobi.
Articolo 2
Se i beati sentano compassione per le sofferenze dei dannati
I beati dopo la loro glorificazione non potranno avere compassione alcuna per i dannati.
Articolo 3
Se i beati si rallegrino delle pene dei dannati
Direttamente non si rallegreranno, ma indirettamente godranno, considerando in essi l’ordine della divina giustizia, e la propria liberazione.
Le doti dei beati
Articolo 1
Se nei beati si debbano ammettere delle doti
Quando i beati sono introdotti nella gloria ricevono da Dio dei doni a loro ornamento: e questi ornamenti sono stati dai maestri denominati «doti».
Articolo 2
Se le doti si identifichino con la beatitudine
Le doti sono ordinate alla beatitudine, più che rientrare in essa come parti.
Articolo 3
Se anche Cristo debba avere delle doti
Le qualità che sono denominate doti gli si addicono nel modo più eccellente.
Articolo 4
Se gli angeli abbiano delle doti
Non si può concludere in assoluto che agli angeli non convengono le doti, ma solo che ad essi non convengono così propriamente come agli uomini.
Articolo 5
Se sia conveniente porre che le doti dell’anima sono tre:
la visione, la dilezione e la fruizione
Tutti ammettono comunemente che le doti dell’anima sono tre, però vengono elencate diversamente.
Le aureole
Articolo 1
Se l’aureola sia distinta dal premio essenziale, che ha il nome di corona aurea
Il premio aggiuntivo è detto «aureola».
Articolo 2
Se le aureole differiscano dai frutti
Il frutto differisce sia dalla corona aurea che dall’aureola.
Articolo 3
Se il frutto sia dovuto solo alla virtù della continenza
I frutti si riferiscono più alla continenza che a qualsiasi altra virtù.
Articolo 4
Se sia giusto assegnare tre frutti alle tre parti della continenza
A chi osserva la continenza coniugale è dato il frutto del trenta per uno, a chi osserva quella vedovile è dato il sessanta e a chi osserva quella verginale è dato il cento.
Articolo 5
Se l’aureola sia dovuta alla verginità
Alla verginità è dovuta una corona speciale, denominata aureola.
L’aureola propriamente è dovuta solo a quelle vergini che hanno fatto il proposito di conservare in perpetuo la verginità, sia che abbiano confermato questo proposito con un voto oppure no […].
In senso lato […] anche alle vergini integre solo fisicamente sarà concessa un’aureola, pur essendo mancato in esse il proposito di conservare per sempre la verginità.
Articolo 6
Se l’aureola sia dovuta ai martiri
Al martirio è dovuta l’aureola come anche alla verginità.
Articolo 7
Se l’aureola sia dovuta ai dottori
Alla predicazione e all’insegnamento è dovuta l’aureola, come anche alla verginità e al martirio.
Articolo 8
Se l’aureola sia dovuta a Cristo
A Cristo non compete l’aureola, ma qualcosa da cui tutte le aureole traggono la loro origine.
Articolo 9
Se l’aureola sia dovuta agli angeli
L’aureola non compete agli angeli [poiché in essi non c’è la perfezione del merito].
Articolo 10
Se l’aureola sia dovuta anche al corpo
Propriamente l’aureola è nell’anima […], tuttavia per una certa ridondanza rifulge anche nel corpo.
Articolo 11
Se sia giusto distinguere tre aureole:
dei vergini, dei martiri e dei predicatori
Alla verginità è dovuta un’aureola […], ai martiri una seconda […], ai dottori e ai predicatori una terza.
Articolo 12
Se l’aureola dei vergini sia superiore alle altre
Assolutamente parlando, l’aureola più nobile fra tutte è quella dei martiri […]. Ma nulla impedisce che sotto qualche aspetto le altre aureole siano superiori.
Articolo 13
Se uno possa avere l’aureola di vergine, di martire o di dottore
più perfettamente di un altro
L’aureola può essere maggiore o minore.