Peccato, effetti sulla natura (I-II, 85)

Gli effetti del peccato. La corruzione dei beni di natura

Articolo 1

Se il peccato possa menomare i beni di natura

Per beni di natura si possono intendere tre cose: primo, i principi costitutivi della natura con le proprietà che ne derivano; secondo, l’inclinazione alla virtù; terzo, il dono della giustizia originale.

Ora, il primo di questi beni di natura non viene né distrutto né diminuito dal peccato, mentre il terzo fu eliminato totalmente dal peccato del progenitore. Il bene di natura che sta nel mezzo invece, ossia l’inclinazione naturale alla virtù, viene diminuito dal peccato.

Articolo 2

Se nell’uomo i beni di natura possano essere totalmente distrutti dal peccato

Il peccato non può togliere del tutto all’uomo la razionalità: perché allora egli non sarebbe più capace di peccare. Non è quindi possibile che tale bene di natura sia del tutto eliminato.

Articolo 3

Se le piaghe inflitte alla natura dal peccato siano la fragilità, l’ignoranza, la malizia e la concupiscenza

La piaga dell’ignoranza riguarda la ragione, quella della malizia la volontà, quella della fragilità l’irascibile e quella della concupiscenza il concupiscibile.

Sono dunque quattro le piaghe inflitte a tutta la natura umana dal peccato di Adamo. Esse accompagnano anche gli altri peccati.

Articolo 4

Se la privazione della misura, della bellezza e dell’ordine sia effetto del peccato

Il peccato può essere privazione della misura, della bellezza e dell’ordine, e nello stesso tempo può causare tale privazione.

Articolo 5

Se la morte e le altre miserie corporali siano effetti del peccato

Essendo la morte e le altre miserie estranee all’intenzione di chi pecca, è chiaro che questi mali non hanno come causa diretta il peccato.

Per essere invece causa indiretta basta rimuovere l’ostacolo. E in questo senso il peccato di Adamo è causa della morte e di tutte le altre miserie della natura umana.

Articolo 6

Se la morte e gli altri difetti siano naturali per l’uomo

Rispetto alla natura particolare qualsiasi corruzione o difetto è contro natura […].

Rispetto alla natura universale invece la corruzione e il deterioramento sono naturali, non per inclinazione della forma, ma per l’inclinazione della materia […]. E così l’uomo è naturalmente corruttibile secondo la natura della materia lasciata a se stessa, ma non secondo la natura della forma.

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