La contrizione
Articolo 1
Se la contrizione sia
«il dolore che noi ci imponiamo per i peccati con il proposito di confessarli e di espiarli»
In questa contrizione si possono considerare diverse cose: cioè la natura stessa dell’atto, il suo modo di prodursi, il suo principio e i suoi effetti. E secondo queste varie considerazioni furono date diverse definizioni della contrizione.
Articolo 2
Se la contrizione sia un atto di virtù
Essa è un atto di virtù: e precisamente di quella virtù che ha il compito di detestare e distruggere i peccati commessi, ossia della penitenza.
Articolo 3
Se l’attrizione possa divenire contrizione
In nessun modo l’attrizione può divenire contrizione.
L’oggetto della contrizione
Articolo 1
Se si debba avere la contrizione non solo della colpa, ma anche della pena
Del male della pena si può avere il dolore, ma non la contrizione.
Articolo 2
Se la contrizione debba riguardare il peccato originale
Di esso non si può avere la contrizione in senso proprio, ma solo il dispiacere, o il dolore.
Articolo 3
Se si debba avere la contrizione di tutti i peccati attuali da noi commessi
Se un peccato deve essere risanato, è necessario che venga rimesso mediante la contrizione.
Articolo 4
Se si debba avere la contrizione anche dei peccati futuri
Per i peccati futuri non si parla di contrizione, ma solo di precauzione.
Articolo 5
Se si debba avere la contrizione dei peccati altrui
Non esiste contrizione per i peccati altrui.
Articolo 6
Se sia richiesta la contrizione di ogni singolo peccato mortale
Rispetto all’inizio della contrizione si richiede che uno abbia il dolore dei singoli peccati che ha nella memoria. Rispetto invece al termine basta che lo abbia in generale per tutti.
L’intensità della contrizione
Articolo 1
Se la contrizione sia il più grande dolore possibile in natura
Il dolore della contrizione che risiede nella volontà supera tutti gli altri dolori, mentre nella parte sensitiva non è richiesto che sia della massima intensità.
Articolo 2
Se il dolore della contrizione possa essere eccessivo
La contrizione rispetto al dolore che è nella ragione […] non può mai essere eccessiva, mentre può esserlo rispetto al dolore della parte sensitiva.
Articolo 3
Se si debba avere più dolore di un peccato che di un altro
Relativamente ai singoli peccati si richiede che, quanto al dolore della volontà, uno si dolga maggiormente di un peccato più grave. Inoltre, dato che a una colpa più grave è dovuto un castigo più grave, anche il dolore della parte sensitiva accettato volontariamente per l’espiazione delle colpe deve essere maggiore per un peccato più grave. La misura invece del dolore sensibile in quanto deriva dall’influsso dell’appetito superiore dipende dalla disposizione della parte inferiore a riceverlo, e non dalla gravità del peccato.
In secondo luogo, anche in quanto abbraccia simultaneamente tutti i peccati […], la contrizione è abitualmente più intensa per un peccato che per un altro.
Il tempo della contrizione
Articolo 1
Se tutta la vita presente sia il tempo della contrizione
La contrizione deve durare per tutto il tempo della vita presente sia per il dolore della ragione, sia per quello della parte sensitiva.
Articolo 2
Se sia bene dolersi continuamente dei peccati
Il dispiacere dell’appetito razionale normalmente non può ammettere un eccesso, né di intensità né di durata […].
La passione del dolore assunta dalla volontà invece, come deve essere moderatamente intensa, così deve essere moderatamente prolungata.
Articolo 3
Se le anime abbiano la contrizione dei loro peccati anche dopo la vita presente
Nella patria beata non possono avere la contrizione; all’inferno ne sono privi; in purgatorio hanno il dolore dei peccati informato dalla grazia, che però non è meritorio.
L’effetto della contrizione
Articolo 1
Se la remissione dei peccati sia l’effetto della contrizione
La contrizione può essere considerata o come parte del sacramento o come atto di virtù, e sotto entrambi gli aspetti è causa della remissione dei peccati, però in modo diverso.
Articolo 2
Se la contrizione possa cancellare totalmente il reato della pena
Primo, dalla parte della carità, l’atto della carità può essere così intenso che la contrizione da esso derivante meriti non solo la cancellazione della colpa, ma anche la liberazione da ogni pena. Secondo, dalla parte del dolore sensibile, esso può venire intensificato al punto da bastare per la cancellazione della colpa e della pena.
Articolo 3
Se basti una contrizione esigua per cancellare i peccati gravi
Il dolore, per quanto esiguo, purché raggiunga la natura della contrizione, cancella tutte le colpe.