Lo stato di perfezione in generale
Articolo 1
Se la perfezione della vita cristiana si misuri specialmente in base alla carità
La perfezione della vita cristiana si trova specialmente nella carità.
Articolo 2
Se si possa essere perfetti in questa vita
La perfezione assoluta è impossibile a qualunque creatura, ma compete solo a Dio.
La totalità assoluta dalla parte di chi ama non è possibile in questa vita, ma lo sarà nella patria.
La perfezione di chi esclude tutto ciò che si oppone al moto di amore verso Dio, è possibile averla anche in questa vita.
Articolo 3
Se la perfezione nella vita presente si trovi nell’osservanza dei precetti o nei consigli
Essenzialmente la perfezione della vita cristiana sta nella carità: in maniera principale nell’amore di Dio e in maniera secondaria nell’amore del prossimo. È chiaro quindi che la perfezione si trova essenzialmente nei precetti.
Secondariamente però e strumentalmente la perfezione si trova nei consigli, i quali, come anche i precetti, sono ordinati alla carità, ma in maniera diversa.
Articolo 4
Se i perfetti siano tutti nello stato di perfezione
Si dice propriamente che uno si trova nello stato di perfezione non perché l’atto della sua carità è perfetto, ma perché si obbliga in perpetuo, con una qualche solennità, a ciò che appartiene alla perfezione […]. Perciò nulla impedisce che vi siano dei perfetti che non sono nello stato di perfezione; e che al contrario nello stato di perfezione vi siano alcuni che non sono perfetti.
Articolo 5
Se i prelati e i religiosi siano nello stato di perfezione
Per lo stato di perfezione si richiede un’obbligazione perpetua alle pratiche della perfezione, contratta con una certa solennità. Ora, queste due cose appartengono sia ai religiosi che ai vescovi.
Articolo 6
Se tutti i prelati ecclesiastici siano nello stato di perfezione
Non tutti i prelati sono nello stato di perfezione, ma solo i vescovi.
Articolo 7
Se lo stato dei religiosi sia più perfetto di quello dei vescovi
Lo stato di perfezione si riscontra più nei vescovi che nei religiosi.
Articolo 8
Se i sacerdoti parroci e gli arcidiaconi siano più perfetti dei religiosi
Se il confronto avviene sulla bontà, allora lo stato religioso va preferito all’ufficio di parroco o di arcidiacono […].
Se invece si considera la difficoltà di condurre una vita santa in religione e in cura d’anime, allora è più difficile vivere bene in cura d’anime, dati i pericoli esterni; sebbene la vita religiosa sia più difficile quanto alla natura dei suoi atti, dato il rigore dell’osservanza regolare.
Se però i religiosi sono senza ordini sacri, come nel caso dei fratelli conversi, allora è evidente che la preminenza dell’ordine eccelle in dignità.