La temperanza
Articolo 1
Se la temperanza sia una virtù
La temperanza è una virtù.
Articolo 2
Se la temperanza sia una virtù specificamente distinta
Nel suo senso generico la temperanza non è una virtù speciale, ma generale […].
Se invece col termine temperanza si intende per antonomasia la disposizione a trattenere l’appetito dalle cose che più attraggono l’uomo, allora essa è una virtù speciale.
Articolo 3
Se la temperanza abbia per oggetto le concupiscenze e i piaceri
La temperanza, che implica moderazione, ha principalmente il compito di regolare le passioni che tendono ai beni sensibili, cioè le concupiscenze e i piaceri, e indirettamente quello di regolare le tristezze, o dolori, che derivano dall’assenza di questi piaceri.
Articolo 4
Se la temperanza abbia per oggetto solo le concupiscenze e i piaceri del tatto
La temperanza riguarda i piaceri del tatto.
Articolo 5
Se la temperanza abbia per oggetto i piaceri del gusto
La temperanza ha come oggetto principale il piacere del tatto […]. Invece i piaceri del gusto, dell’olfatto o della vista sono oggetti secondari della temperanza e dell’intemperanza […]. Siccome però il gusto è più vicino al tatto degli altri sensi, ne viene che la temperanza riguarda più il gusto che gli altri sensi.
Articolo 6
Se la regola della temperanza vada desunta in base alle necessità della vita presente
La temperanza prende le necessità di questa vita come regola nei piaceri di cui si serve: in modo da farne uso secondo quanto richiede la necessità della vita presente.
Articolo 7
Se la temperanza sia una virtù cardinale
La temperanza è una virtù principale, o cardinale.
Articolo 8
Se la temperanza sia la più grande delle virtù
La giustizia e la fortezza sono virtù superiori alla temperanza; sebbene siano ancora più importanti di esse la prudenza e le virtù teologali.