(IV, 23) Soluzione delle argomentazioni riferite sopra contro la divinità dello Spirito Santo [c. 16]
Sopra abbiamo spiegato [c. 8] in che senso si dice che il figlio di Dio è mandato: cioè in quanto apparve agli uomini in una carne visibile, e quindi venne a essere nel mondo in una maniera nuova, cioè visibilmente […]. Ora, il Figlio ebbe dal Padre il compimento di quest’opera, e per questo si dice che fu mandato da lui. Allo stesso modo anche lo Spirito Santo apparve visibilmente «sotto forma di colomba» nel battesimo di Cristo [Mt 3,16], e «in lingue di fuoco» sopra gli Apostoli [At 2,3]. E così venne a essere nel mondo in una maniera nuova, cioè visibilmente. E questo lo ebbe dal Padre e dal Figlio: perciò si dice che è mandato dal Padre e dal Figlio. Ora, ciò dimostra in lui non una menomazione, ma una processione da altri. Così pure non esclude dalla divinità lo Spirito Santo il fatto che talora (dalla Scrittura) siano enumerati il Padre e il Figlio senza ricordare lo Spirito Santo; esattamente come non esclude dalla divinità il Figlio il fatto che talora viene nominato il Padre senza ricordare il Figlio […]. E d’altra parte dello Spirito Santo si dice: «I segreti di Dio nessuno li conosce all’infuori dello Spirito di Dio»; tuttavia è certo che da questa conoscenza non sono esclusi né il Padre né il Figlio.