I rapporti fra le virtù morali e le passioni
Articolo 1
Se la virtù morale sia una passione
La virtù morale non può essere una passione.
Articolo 2
Se le virtù morali siano compatibili con le passioni
Se denominiamo passioni gli affetti disordinati, questi non possono esistere nella persona virtuosa nel senso che si acconsenta ad essi dopo la deliberazione, come dicevano gli Stoici. Se invece denominiamo passioni tutti i moti dell’appetito sensitivo, allora le passioni possono esistere nella persona virtuosa, in quanto sono subordinate alla ragione.
Articolo 3
Se le virtù morali siano compatibili con la tristezza
Spetta alla virtù che uno si rattristi moderatamente di ciò che comporta dolore o tristezza […].
Perciò addolorarsi di quanto si addice alla virtù non è compatibile con la virtù: poiché la virtù si diletta di quanto a essa appartiene; ma si rattrista moderatamente di quanto ad essa in qualsiasi modo ripugna.
Articolo 4
Se tutte le virtù morali riguardino le passioni
Non tutte le virtù morali riguardano le passioni, ma alcune riguardano le attività della volontà.
Articolo 5
Se possa esistere una virtù morale senza alcuna passione
Le virtù morali che hanno nelle passioni la loro materia non possono esistere senza di esse […].
Le virtù morali invece che riguardano non le passioni, ma le attività [della volontà], possono anche essere senza passioni.
La distinzione delle virtù morali fra di loro
Articolo 1
Se esista solo una virtù morale
Accade che le virtù morali siano specificamente diverse, e non una soltanto.
Articolo 2
Se le virtù morali riguardanti le attività siano distinte da quelle riguardanti le passioni
Le attività e le passioni si possono riferire alla virtù in due modi. Primo, come effetti. E in questo senso qualsiasi virtù morale ha delle attività buone, che essa ha il compito di produrre, e qualche piacere o tristezza, che sono passioni.
Secondo, le attività si possono riferire alla virtù morale come la materia di cui quest’ultima si occupa. E in questo senso è necessario che le virtù morali riguardanti le attività siano distinte da quelle riguardanti le passioni.
Articolo 3
Se ci sia una sola virtù morale riguardante le attività
Tutte le virtù morali riguardanti le attività hanno in comune un certo aspetto generico della giustizia, cioè l’aspetto di cosa dovuta ad altri, ma si distinguono tra loro secondo le diverse ragioni specifiche.
Articolo 4
Se ci siano virtù morali diverse per le diverse passioni
Non è ammissibile che per tutte le passioni ci sia una sola virtù morale […]. E tuttavia non è necessario che ogni diversità fra le passioni basti a produrre diversità fra le virtù morali […].
Le diverse passioni del concupiscibile non appartengono a virtù morali distinte […]. – Invece le passioni dell’irascibile non formano un’unica catena, ma sono indirizzate a oggetti diversi […]. Così per queste passioni si richiedono virtù diverse.
Articolo 5
Se le virtù morali debbano distinguersi secondo i diversi oggetti delle passioni
Gli oggetti delle passioni in base alla diversità dei loro rapporti con l’appetito sensitivo producono specie diverse di passioni, e in base ai loro rapporti con la ragione causano specie diverse di virtù […]. La diversità degli oggetti che riguarda la diversità della potenza […] apporta sempre una diversità specifica tra le virtù […]. – L’oggetto delle passioni può avere poi con la ragione rapporti diversi, e incidere sulla diversità delle virtù, anche per il fatto di essere conosciuto dal senso, o dall’immaginativa, o anche dalla ragione; oppure dall’appartenere all’anima, al corpo o ai beni esterni […].
È perciò evidente, secondo Aristotele, che esistono dieci virtù morali riguardanti le passioni, cioè: la fortezza, la temperanza, la liberalità, la magnificenza, la magnanimità, la filotimia, la mansuetudine, l’amicizia, la verità e l’eutrapelia. Esse si distinguono o secondo la materia, o secondo la diversità delle passioni, o secondo la diversità degli oggetti. Aggiungendo poi la giustizia, che ha per oggetto le attività, in tutto saranno undici.