Virtù, giusto mezzo (I-II, 64)

Il giusto mezzo delle virtù

Articolo 1

Se le virtù morali consistano nel giusto mezzo

Il bene delle virtù morali consiste nell’adeguarsi alla misura della ragione […]. Perciò è evidente che la virtù morale consiste nel giusto mezzo.

Articolo 2

Se il giusto mezzo delle virtù morali sia reale o di ragione

Il giusto mezzo della ragione può essere inteso in due modi: primo, nel senso che il mezzo sia da ricercarsi nello stesso atto della ragione, e in questo senso il giusto mezzo della virtù non può essere il giusto mezzo della ragione; secondo, in quanto viene determinato come tale dalla ragione in una data materia. E in questo senso il giusto mezzo della virtù morale è sempre il giusto mezzo della ragione […].

In qualche caso avviene però che il giusto mezzo di ragione coincida col giusto mezzo imposto dalla realtà delle cose: e allora il giusto mezzo della virtù morale si identifica col giusto mezzo delle cose, come avviene nel caso della giustizia. Invece altre volte il giusto mezzo di ragione è desunto non dalla realtà, ma in rapporto a noi: ed è questo il giusto mezzo in tutte le altre virtù morali.

Articolo 3

Se le virtù intellettuali consistano in un giusto mezzo

La bontà di una virtù intellettuale speculativa viene a costituirsi nel giusto mezzo mediante la conformità con la cosa stessa […]. Nelle virtù intellettuali pratiche il giusto mezzo viene desunto dalla conformità col reale, come nelle virtù speculative, – Invece rispetto agli appetiti [il giusto mezzo] ha funzione di regola o misura.

Articolo 4

Se le virtù teologali consistano in un giusto mezzo

La perfezione di tali virtù in se stesse non potrà consistere in un giusto mezzo, ma quanto più esse si avvicinano al sommo, tanto più saranno eccellenti […]. Però rispetto a noi si possono indirettamente determinare un giusto mezzo e degli estremi.

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