Il soggetto delle virtù
Articolo 1
Se le virtù risiedano nelle potenze dell’anima
Le virtù umane hanno la loro sede nelle potenze dell’anima.
Articolo 2
Se una virtù possa risiedere in più di una potenza
Non a parità di condizioni, ma secondo un certo ordine, una virtù può appartenere a più di una potenza.
Articolo 3
Se l’intelletto possa essere sede di virtù
Poiché «la virtù è ciò che rende buono chi la possiede, e buone le azioni che egli compie» [Arist., Eth., 2,4], gli abiti che danno solo la capacità di compiere il bene non sono virtù in assoluto. Perciò l’intelletto, non solo quello pratico ma anche quello speculativo, può essere sede di quegli abiti che sono virtù in senso relativo, senza alcuna subordinazione alla volontà […]. Invece per gli abiti che sono virtù in assoluto l’unica sede è la volontà; oppure qualche altra potenza in quanto è mossa dalla volontà […]. Perciò, in quanto subordinato alla volontà, l’intelletto può essere sede o soggetto di virtù propriamente dette. E in questo senso l’intelletto speculativo, o ragione, è il soggetto della fede.
Articolo 4
Se l’irascibile e il concupiscibile possano essere sede di virtù
Come facoltà dell’appetito sensitivo l’irascibile e il concupiscibile non possono essere sede di virtù, ma lo possono essere come facoltà partecipi della ragione, in quanto sono fatte per obbedire alla ragione. E da questo lato l’irascibile e il concupiscibile possono essere sede di virtù umane.
Articolo 5
Se le potenze sensitive di ordine conoscitivo siano sede di virtù
Nei sensi interni bisogna ammettere l’esistenza di alcuni abiti […]. Tuttavia, anche se in queste potenze vi sono degli abiti, questi non possono essere considerati virtù.
Articolo 6
Se la volontà possa essere sede di virtù
Essendo l’oggetto della volontà il bene ad essa proporzionato, è chiaro che rispetto a tale bene la volontà non ha bisogno di essere predisposta da una virtù […].
Le virtù invece che ordinano l’affetto dell’uomo verso Dio e verso il prossimo hanno la loro sede nella volontà.