Virtù, teologali (I-II, 62)

Le virtù teologali

Articolo 1

Se vi siano delle virtù teologali

È necessario che da parte di Dio vengano elargiti all’uomo altri principi [oltre a quelli naturali], che lo indirizzino alla beatitudine soprannaturale. E questi principi sono detti virtù teologali.

Articolo 2

Se le virtù teologali siano distinte da quelle intellettuali e morali

Le virtù teologali sono specificamente distinte dalle virtù morali e intellettuali.

Articolo 3

Se sia giusto porre come virtù teologali la fede, la speranza e la carità

Le virtù teologali ordinano l’uomo alla beatitudine soprannaturale allo stesso modo in cui l’inclinazione naturale lo ordina al fine connaturale.

L’intelligenza dell’uomo è illuminata dalla luce di Dio per accogliere le verità rivelate, oggetto della fede. La volontà è ordinata al fine soprannaturale sia quanto al moto dell’intenzione, che appartiene alla speranza, sia quanto a una certa unione che trasforma in qualche modo in questo fine, il che avviene in forza della carità.

Articolo 4

Se la fede preceda la speranza, e la speranza la carità

Secondo l’ordine della generazione, in base al quale in un dato soggetto la materia viene prima della forma e l’essere imperfetto prima della sua perfezione, la fede precede la speranza, e la speranza la carità, rispetto agli atti (mentre gli abiti sono infusi simultaneamente […].

Invece nell’ordine della perfezione la carità precede la fede e la speranza.

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