(III, 63) L’ultima felicità appaga ogni desiderio umano
La prova di ciò risulta scendendo ai particolari. Infatti: Il desiderio di conoscere la verità sarà soddisfatto con certezza quando, mediante la visione della Prima Verità, l’uomo verrà a conoscere tutto ciò che l’intelletto desidera sapere [cf. c. 59]. Il desiderio di vivere virtuosamente […] si attiverà in pieno perché la ragione avrà allora il massimo vigore, essendo illuminata dalla luce di Dio, e non potendo più scostarsi dalla rettitudine. E così per altri desideri. A tale ultima e perfetta felicità nulla assomiglia di più, in questa vita, che la vita contemplativa. Perciò i filosofi che non poterono avere una piena conoscenza di quell’ultima felicità, posero l’ultima felicità dell’uomo nella contemplazione che è possibile in questa vita. E per questo nella Sacra Scrittura la vita contemplativa è quella più elogiata, avendo detto il Signore [Lc 10,42]: «Maria ha scelto la parte migliore», cioè la contemplazione della verità, «che non le sarà tolta». Infatti la contemplazione della verità inizia in questa vita e viene perfezionata in quella futura. La vita attiva e quella civile, invece, non superano i confini della vita presente.