Su quanto concerne la volontà del primo uomo, cioè la grazia e l’innocenza
Articolo 1
Se il primo uomo sia stato creato in grazia
Anche la stessa subordinazione della ragione a Dio non dipendeva esclusivamente dalla natura, ma dal dono soprannaturale della grazia.
Articolo 2
Se nel primo uomo vi siano state le passioni dell’anima
Adamo non aveva le passioni riguardanti il male […]; e neppure quelle riguardanti il bene ancora assente, ma prossimo a conseguirsi […]. Non gli mancavano invece le passioni compatibili con il bene già presente […]; e neppure quelle che riguardano un bene futuro da conseguirsi a suo tempo […]. La cosa però avveniva in modo diverso che al presente.
Articolo 3
Se Adamo fosse dotato di tutte le virtù
L’uomo nello stato di innocenza aveva in qualche modo tutte le virtù […]. Le virtù che nel loro concetto non includono alcuna imperfezione esistevano pienamente in tale stato, sia come abiti che come atti […]. Ad esempio la fede e la speranza […]. Se invece l’imperfezione implicita ripugnava alla perfezione dello stato primitivo, allora tale virtù poteva esserci come abito, ma non come atto, per esempio nel caso della penitenza e della misericordia.
Articolo 4
Se le opere del primo uomo avessero un’efficacia meritoria minore delle nostre
Se consideriamo la misura del merito in rapporto alla grazia, le opere dell’uomo avrebbero avuto una maggiore efficacia meritoria nello stato di innocenza che dopo il peccato […]. E lo stesso si dica in rapporto al valore assoluto delle opere […]. In rapporto invece al loro valore relativo troviamo una maggiore fonte di merito dopo il peccato, data la fragilità dell’uomo.