(II, 47) Le sostanze intelligenti sono dotate di volontà
In tutti gli esseri c’è l’appetito, o desiderio, del bene, naturale, negli esseri privi di conoscenza, e animale, negli esseri dotati di vita sensitiva, che si divide in concupiscibile e irascibile. Negli esseri dotati di intelletto si parla di appetito intellettivo, o razionale, ossia di volontà. Perciò le sostanze intelligenti sono dotate di volontà. Il principio attivo deve essere proporzionato a quello passivo, e il principio motore al corpo mobile […]. Ora, la conoscenza intellettiva abbraccia ogni cosa […]. Perciò l’appetito di una sostanza intelligente è rivolto a tutte le cose, il che è proprio della volontà. Dunque …
(II, 48) Le sostanze intelligenti sono libere nel loro agire
Perché dalla conoscenza dell’intelletto segua un moto o un’azione qualsiasi, bisogna che il concetto universale dell’intelligenza venga applicato ai singolari. Ora, l’universale contiene in potenza molti singolari. Quindi l’applicazione del concetto universale può essere fatta rispetto a soggetti molteplici e diversi, per cui il giudizio dell’intelletto sulle azioni da compiere non è determinato a una cosa soltanto. E così tutti gli esseri intellettivi hanno il libero arbitrio. [Siccome la volontà dipende dall’intelletto], tutti gli esseri intellettivi hanno una volontà libera proveniente dal [libero] giudizio dell’intelletto. E ciò significa avere il libero arbitrio, che è definito un libero giudizio proveniente dalla ragione.