(III, 85) I corpi celesti non sono causa delle nostre volizioni e delle nostre deliberazioni
La volontà risiede nella parte intellettiva della nostra anima […]. Se quindi i corpi celesti non possono influire direttamente sul nostro intelletto, come abbiamo visto [c. prec.], non potranno influire direttamente nemmeno sulla nostra volontà. Le cose ordinate a un fine sono ad esso proporzionate. Ora, le deliberazioni umane sono ordinate, come al loro ultimo fine, alla felicità. E questa non consiste in qualche bene corporale, ma nel fatto che l’anima si unisce con l’intelletto alle realtà divine, come si è mostrato sopra [cc. 25 ss.], sia secondo l’insegnamento della fede che secondo l’opinione dei filosofi. Dunque i corpi celesti non possono essere causa delle nostre deliberazioni. Di qui le parole di Geremia (10, 2-3): «Non abbiate timore dei segni del cielo che spaventano le genti, poiché i riti dei popoli sono vani».
(III, 87) Il moto dei corpi celesti non è causa delle nostre scelte in virtù dell’anima che li muove, come alcuni dicono
Ogni effetto prodotto da una causa efficiente per mezzo di uno strumento deve essere proporzionata allo strumento come alla causa agente, poiché non si usa uno strumento qualsiasi per tutti gli effetti. Quindi non è possibile che uno strumento intervenga per compiere una cosa alla quale in nessun modo può estendersi la sua azione strumentale. Ora, l’azione di un corpo in nessun modo può estendersi a mutare l’intelletto e la volontà, come abbiamo già dimostrato [cc. 84 ss.].
(III, 88) Non sono le sostanze separate create la causa diretta delle nostre scelte o volizioni, ma solo Dio
Il desiderio della volontà si acquieta solo nel bene divino che è il suo ultimo fine, come abbiamo visto [cc. 37 e 50]. Perciò soltanto Dio può muovere la volontà come causa agente. Inclinare la volontà verso qualche cosa è solo di quell’essere che è causa della natura intellettiva. Ora, ciò spetta soltanto a Dio [cf. II, 87]. Quindi egli soltanto può inclinare la nostra volontà verso qualcosa. Di qui le parole di Pr 21,1: «Il cuore del re è nella mano del Signore; egli lo volgerà dovunque vuole». E di Fil 2,13: «È Dio che suscita in noi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni».
(III, 89) Dio è causa non solo della volontà, ma anche del suo moto
In Isaia (26,12) si legge: «Tutte le nostre opere tu le hai compiute, Signore». Quindi riceviamo da Dio non solo la volontà, ma anche il volere. – Salomone dice [cf. c. 88]: «Lo volgerà dovunque vuole»; quindi la causalità divina si estenderà allo stesso atto.
(III, 90) Le deliberazioni e le volizioni umane sono soggette alla divina provvidenza
Tutto ciò che Dio fa, lo compie secondo la sua provvidenza: quindi anche le nostre scelte e deliberazioni sono a essa soggette. Come abbiamo visto [c. 78], tutti gli esseri corporei sono governati da quelli spirituali. Ora, gli esseri spirituali agiscono su quelli corporei mediante la volontà. Se quindi le scelte e i moti della volontà delle sostanze intellettive non rientrassero nella provvidenza di Dio, ne seguirebbe che anche gli esseri corporei sarebbero estranei alla provvidenza. E così non esisterebbe alcuna provvidenza.