La volontarietà e l’involontarietà degli atti
Articolo 1
Se negli atti umani ci sia la volontarietà
Poiché soprattutto l’uomo conosce il fine del suo agire e muove se stesso, soprattutto nei suoi atti si deve trovare la volontarietà.
Articolo 2
Se la volontà si trovi negli animali bruti
Soltanto la natura razionale possiede la volontarietà perfetta. Tuttavia una certa volontarietà imperfetta compete anche agli animali bruti.
Articolo 3
Se ci possa essere volontarietà senza alcun atto
Ci può essere volontarietà senza l’atto esterno, quando si vuole non agire; oppure anche senza l’atto interno, quando ci si astiene dal volere.
Articolo 4
Se si possa fare violenza alla volontà
La volontà può subire violenza rispetto agli atti da essa comandati, ma non rispetto al suo atto proprio.
Articolo 5
Se la violenza produca atti involontari
Ciò che è contrario alla volontà viene detto involontario. Quindi la violenza causa l’involontario.
Articolo 6
Se il timore possa causare atti involontari in assoluto
Le azioni compiute per timore sono più volontarie che involontarie, poiché sono volontarie in assoluto e involontarie sotto un certo aspetto.
Articolo 7
Se la concupiscenza possa causare atti involontari
La concupiscenza contribuisce più a rendere volontaria un’azione che a renderla involontaria.
Articolo 8
Se l’ignoranza possa causare atti involontari
L’ignoranza concomitante, che porta a fare una cosa che si vorrebbe in ogni modo, produce un atto non volontario; l’ignoranza conseguente, cioè voluta, non può causare un atto involontario in assoluto, sebbene possa causarlo sotto un certo aspetto; l’ignoranza antecedente, che porta a fare una cosa che altrimenti non si vorrebbe, causa un involontario in assoluto.